@NCLiveCom – Alla scoperta di Wallabies: “Il nuovo sistema che cambierà lo scouting”

 

Quanti ragazzi, in giro per il mondo, sono pronti a diventare i nuovi Hamsik, i nuovi Dybala, i nuovi Messi? Tanti, forse. Ma a dircelo con estrema precisione sarà “Wallabies”: nulla a che vedere con il noto marsupiale australiano, quanto piuttosto un nuovo sistema di monitoraggio di talenti calcistici in giro per il mondo che è pronto a rivoluzionare il modo di “fare calcio”.
Tutto, inoltre, Made in Italy.

L’idea nasce infatti a Milano da Luigi Libroia, che unisce il lavoro alla passione per lo sport e dà vita a quello che oggi è Wallabies.
“Ma non vogliamo sostituirci a procuratori e talent scout” – ci spiega subito – “Anzi: Wallabies è una creatura nata per affiancare il lavoro umano, per velocizzarlo, facilitarlo, sicuramente indirizzarlo verso un mondo, quello sportivo, che oggi ti concede sempre meno margine per gli errori”.
Ma da dove nasce Wallabies? “Lontano nel tempo perché la prima scintilla è scoccata nel 2010: per lavoro faccio valutazioni d’aziende, anche di società sportive, quindi mi sono ritrovato a dover dare un valore alle squadre ed ai rispettivi tesserati. Mi sono chiesto: ‘Come faccio a valutare, a dare un peso specifico ad un calciatore?’ Wallabies nasce da qui, dalla voglia di poter conoscere al meglio le specifiche di ogni atleta”.

Nello sport che sempre più si affida a numeri e statistiche, però, non è facile farsi spazio. “Sono partito da valutazioni semplici, cercando di comparare i vari calciatori in base alle statistiche base che si trovavano ovunque già sei anni fa: gol segnati, minuti giocati, assist o ammonizioni. Poi, insieme con due amici e colleghi (Marco Englaro e Federico Romano ndr), nel 2016 abbiamo deciso di acquistare dati da centrali statistiche avanzate e mi sono ritrovato in un mondo fino a quel momento sconosciuto: dalle poche variabili già illustrate siamo passati a circa 580 fattori di cui poter tenere conto per valutare calciatori in giro per varie zone del mondo”.
Si, perché Wallabies parte dall’Italia ma guarda in grande. E se in questo momento ci fosse un nuovo Cristiano Ronaldo in Polonia, potrebbe dircelo: “Abbiamo acquistato i dati di tutte le leghe europee più importanti, più i campionati argentini e brasiliani. Non escludiamo in futuro di allargarci anche alle nuove realtà, vedi la Cina, ma per il momento il divario tra il campionato cinese e la nostra Serie A è troppo grande”.

 

 

 

Da qui, dunque, l’obiettivo di Wallabies: “Vogliamo poter affiancare chi lavora nel calcio in questo momento, fargli sapere che si possono fare investimenti più oculati sui calciatori o almeno restringere i margini di rischio di un investimento.
Tutti conosciamo le difficoltà economiche in cui versano molte società al giorno d’oggi: se non posso investire una cifra importante su un calciatore già affermato, con Wallabies posso rintracciare un calciatore ancora sottotraccia ma con le stesse caratteristiche e che potrebbe nel breve diventare un campione e magari emulare il calciatore che a noi interessava.
Il sistema è semplice: si accede con un nome ed una password come in ogni account, e si valutano le migliaia di dati che vengono comparati e raffrontati con i dati che ci arrivano da ogni paese. Poi l’occhio umano potrà dire l’ultima parola”.
Un sistema unico e innovativo, uno strumento che farebbe comodo a più di una società: “L’abbiamo proposto a tutte le società calcistiche di Serie A. Per il momento, la sperimentazione è partita con Juventus, Bologna e Cagliari e aspettiamo a breve i primi responsi. In altri casi, come a Napoli, non abbiamo ricevuto risposta.
Abbiamo trovato un po’ di diffidenza, soprattutto da chi in quell’ambiente ci lavora già da anni, ma ci aspettiamo di poter arrivare lontano. Lo ripeto ogni volta: Wallabies è un osservatore-robot e svolge da solo il lavoro che potrebbero svolgere 400 persone in giro per due continenti. Un bel risparmio per una società sportiva che vuole puntare in alto”.

Ma il progetto dei “Wallabies” è appena iniziato e non vuole fermarsi al calcio: “Siamo partiti da qui perché siamo in Italia e nel nostro paese il calcio è il primo sport in assoluto. Ma non vogliamo limitarci a questo, visto che in altri sport i numeri e le statistiche sono ancora più importanti e alla base del lavoro svolto.
Dopo la comparazione, però, il nostro obiettivo sarà provare a ‘prevedere’ le prestazioni dei calciatori: come ogni essere umano, anche un atleta ha una vita sportiva che comincia e finisce, e i numeri potrebbero aiutare addirittura a capire in anticipo cosa poterci aspettare da loro”.

 

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

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