LA SORPRESA – La mia banda suona il Rog

Rog ©Getty Images

 

La prima volta non si scorda mai. Soprattutto se all’Olimpico, contro la Roma, con una vittoria finale. Al Napoli della capitale serviva un pizzico di follia in più e l’ha trovato in un ragazzino che ha poco da invidiare a quelli più grandi. Si chiama Marko Rog, 22 anni da compiere e fa già tanta differenza in campo.
Una settimana da urlo per lui: la prima volta da titolare in Coppa Italia è contro la Juventus allo Stadium, affronta Chiellini, Bonucci e Pjanic, ne esce assolutamente a testa alta nonostante la sconfitta.
Poi, qualche giorno più tardi, Sarri lo schiera da titolare anche in casa della Roma, si vede contro De Rossi, Strootman e Fazio, li fa impazzire tutti. Impressionante il ritmo che dà al centrocampo: può dialogare coi compagni, ma poi estrae dal cilindro il cambio marcia, corre verso la porta, cerca l’assist o rischia il gol. Un musicista perfetto in una banda che già lo segue senza dubbi.

IL NUOVO GIOIELLO DELLA MEDIANA

Il centrocampo con Hamsik e Jorginho regge tutto il tempo e lui è l’elemento che fa saltare il banco: superbo rifinitore, concreto recuperatore di palloni, incredibile incursore. Non abbiamo ancora capito cosa non sappia fare in mezzo al campo.
La nota migliore? È chiaro che sia ancora acerbo, che possa crescere tanto, che abbia ampi margini di miglioramento. Ma per il momento Sarri potrebbe anche accontentarsi. Voleva sapere di poter contare su di lui, la risposta è stata più che affermativa. Perché anche dall’Olimpico è uscito a testa alta.
Le parole di ADL, le attese di Giuntoli, oggi sembra tutto giustificato: anche, però, il periodo di attesa di Sarri, che non l’ha lanciato nella mischia ma ha aspettato quello che, a suo parere, potesse essere il momento migliore.
Hanno avuto ragione tutti, dirigenza e staff tecnico, ma soprattutto lui, Marko, già capace di rubare la scena a chi era venuto prima di lui.
Il Napoli ha chiuso il match di ieri con in campo Rog, Zielinski e Diawara, ancora una volta: una mediana che può dire tanto sul futuro degli azzurri, ma adesso siamo certi che potrà fare la differenza anche nel presente.

 

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

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