LE PAPAGELLE di Napoli-Real: Allan versione stalker, KK disattento. Marek-Dries-Lore, che spettacolo!

Mertens © Getty Images

Che peccato. Che enorme peccato. E’ davvero brutto vedere uscire una squadra così bella, in grado di imbrigliare per 50 minuti il Real Madrid senza fargli toccare palla, in grado di stupire l’Europa intera con una prestazione sensazionale rovinata poi da due disattenzioni su calcio piazzato, come sempre. Ok, Ramos è un cyborg, ma fa rabbia uscire contro una squadra che non ha creato una sola occasione pericolosa su azione che sia una, fa rabbia cedere di schianto alla prima possibilità per gli avversari, da calcio d’angolo, quando hai giocato così bene. Il risultato poi è bugiardo oltre ogni limite, ma purtroppo è lo scotto che si paga quando si gioca contro squadre così. Adesso si rifletta un po’, si riparta dalle cose positive e si cresca, che le basi per far parlare del Napoli nel mondo ci sono eccome. A patto che si riparta da questa personalità, da questa bellezza, da questo totale disprezzo della noblesse merengue. Da questo calcio. Il calcio di Maurizio Sarri.

REINA 6 – Su azione è praticamente inoperoso, il che è tutto dire se pensiamo all’avversario che c’è di fronte. Esce un paio di volte a spazzare, da libero puro, il resto lo fa Ramos mettendola dove lui non può mai arrivare. Poco da fare, poco da dire.

HYSAJ 6 – All’andata Ronaldo lo aveva messo in seria difficoltà, idem Marcelo. Stasera invece per larghi tratti è decisamente superiore e fa passare pochissimo. Anche per lui un riscatto importante al cospetto di calciatori di respiro internazionale. Un’altra occasione di crescita per il giovane esterno.

ALBIOL 6,5 – Cinquanta minuti senza sbavature, poi quel calcio d’angolo che scava la fossa ai suoi. Sergio Ramos lo sovrasta andando a insaccare il gol del momentaneo pareggio, lui sembra un metro e 60 al cospetto dell’elevazione del capitano avversario. A difesa piazzata però non fa passare nulla, e questo vorrà pur dire qualcosa, in una serata così.

KOULIBALY 5,5 – Un paio di disattenzioni nel primo tempo che potevano essere sanguinose, poi quella distrazione sulla marcatura di Ramos, al secondo calcio d’angolo consecutivo, è la sentenza che estromette il Napoli dalla Champions. Ok, lo spagnolo è devastante, però l’hai visto saltare cinque minuti prima.

GHOULAM 6,5 – Bale è un cliente mica da ridere e infatti non l’abbiamo mai visto così preoccupato di coprirsi. Lo vediamo spesso sulla linea dei difensori, appoggia poco la manovra ma in difesa è concentratissimo, come mai prima. Solo per questo merita un’ampia sufficienza.

ALLAN 7,5 – Benedetto ragazzo. Cos’ha nei polmoni lo sappiamo già, dopo l’infortunio dimostra di avere il piombo fuso nei muscoli. Corre come un forsennato, pressa ai limiti dello stalking e anche oltre, ma sempre (o quasi) pulito, senza far fallo. E neppure il giallo che prende è un vero fallo, vista la sceneggiata di Casemiro. Esce per aver speso in 55 minuti quello che un normodotato spende in due partite. Dall 55′ ROG 6,5 – Gli si chiede di dare verve al centrocampo ed è proprio quello che fa. Pasticcia un po’, affonda con quella tipica andatura ingobbita e strappa applausi per la caparbietà e la voglia di farsi vedere. Un prospetto davvero importante di cui Napoli si è già innamorata. L’ennesima dimostrazione che a questo pubblico non manca certo il palato gourmet.

DIAWARA 6,5 – Riprende dove aveva lasciato al Bernabeu. Cuce e rammenda, ha gamba e intelligenza tattica. Poi cala un po’ alla distanza, ma dopo un’ora da maratoneta è difficile chiedergli di più. Nel complesso dei 180 minuti esce sicuramente a testa alta.

HAMSIK 7 – Dicono che non faccia la differenza nelle partite che contano. Beh, nella partita più importante delle 440 giocate finora in maglia azzurra sale in cattedra e dispensa il calcio che conosce meglio. L’assist a Mertens, una presenza costante a ridosso delle punte, quasi da trequartista, ma di quei trequartisti atipici che ti pressano fino a casa tua. Esce un po’ di scena dopo il 2-1, ma fino a quel momento era stato davvero un bel vedere. Dal 74′ ZIELINSKI sv

CALLEJON 6 – L’ex di turno è chiamato a fare gli onori di casa in quella che di fatto è la sua nuova casa, con buona pace di Higuain. Sarebbe stato bello aprire proprio con un suo gol, ma in realtà il suo lato è come sempre quello più debole e lo vediamo impegnato nei soliti recuperi fin nella sua trequarti. Da elogiare in ogni caso, anche perché non è certo il suo miglior momento di forma.

MERTENS 7 – Sguscia, come solo lui sa fare. Si infila dappertutto, fa impazzire Ramos e Pepe e addirittura è lui ad andare a cercare gli avversari quando portano palla, fin sulla loro linea di fondo. E infila la 23esima perla stagionale, a dimostrazione che il suo lavoro lo fa sempre. Cos’è il genio? E’ fantasia e tutto il resto, ma soprattutto è quando Dries è solo davanti al portiere e lo trafigge senza complimenti. Ah, se quel pallone invece di stamparsi sul palo fosse finito in rete…

INSIGNE 7 – Uno spettacolo per le pupille e per le papille, punta i madridisti con quella sfrontatezza da scugnizzo che lo ha aiutato anche all’andata. Li supera, li salta, li fa tremare e non tira mai indietro né la gamba né l’apporto a Ghoulam. Fra i migliori in assoluto, proprio come al Bernabeu. Dal 70′ MILIK 6 – Entra a risultato compromesso e deve lottare in mezzo all’area con palloni non più lucidi, non più semplici, in mezzo a due cagnacci come Ramos e Pepe che a difesa schierata sono brutti clienti. Ci prova ma con risultati non apprezzabili.

ALL. SARRI 6,5 – Il primo tempo è per distacco il più bel primo tempo mai visto. Pressing a 90, 100 metri, ‘cazzimma’ e determinazione feroce. Il Real non è così brutto, se lo diventa è anche perché il Napoli è davvero straripante. L’inizio di ripresa non sembra altrettanto incoraggiante ma i suoi ci sono, martellano, sembrano in grado di far male ancora. Poi la doppia secchiata gelida, sempre da calcio piazzato, sempre a difesa schierata. Ok, come dice benissimo lui Ramos ha segnato 9 reti ed era sempre marcato a uomo, ma come si possono subire due gol fotocopia in cinque minuti. Riflettiamo. Si esce a testa alta, si esce fra gli applausi, ma il “come” si esce sia un’occasione per crescere ancora. E grazie lo stesso. Di tutto.

 

di Antonio Papa (Facebook @ntoniopa)

 

 

 

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