KICKOFF – Tra Napoli e la Nazionale non è mai pieno amore

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Il pareggio interno per 1-1 dell’Italia contro la modesta Macedonia dell’ex Napoli, Goran Pandev, fa ancora parlare in negativo a due giorni di distanza. Tante sono le cose che non vanno in questa Nazionale caratterizzata dal gioco poco efficace e che fornisce troppi pochi spunti in velocità. A Torino si era visto in Lorenzo Insigne capace di fare la differenza nel primo tempo: non a caso aveva avuto una ghiotta opportunità per segnare oltre a rivestire una importanza primaria in occasione del vantaggio azzurro siglato da Chiellini. Ma poi anche il talento del Napoli si è lasciato coinvolgere nella mediocrità generale. Il contestatissimo ct Ventura ha cercato una parziale giustificazione affermando che spera di recuperare degli infortunati, per provare a fare finalmente del calcio vero. Intanto però il miglior centrocampista della Serie A era rimasto sul divano di casa a guardare la dimenticabilissima partita con la Macedonia. Parliamo ovviamente di Jorginho, che nei giorni scorsi lo stesso Ventura ha affermato di stimare ma di non considerare, in quanto le caratteristiche del regista del Napoli non si sposano con la sua visione di calcio.

Napoli, la Nazionale porta solo dispiaceri

La scelta di non convocare Jorginho. a prescindere dai dettami tattici, lascia comunque tutti stupiti. E con la vicenda relativa ad Insigne, che le scelte del ct non fanno altro che limitare, si può affermare che l’amore di Napoli e dei napoletani per l’Italia resta magari buono ma non buonissimo. Le ultime frizioni le hanno date le critiche rivolte da Maurizio Sarri in passato nei confronti delle partite delle Nazionali in cui vengono impegnati calciatori del proprio club. L’allenatore azzurro è in buona compagnia, visto che anche Josè Mourinho ed altri allenatori hanno espresso il proprio malcontento. Ed ora sembra proprio che la FIFA si darà da fare per ridurre le pause per le Nazionali stesse, come riportato dalla BBC. E’ un qualcosa di difficile da realizzare, visto che i calendari in questo senso sono già stati allestiti fino addirittura al 2024, ma la federazione calcistica mondiale ha capito che gli interessi delle società devono riscuotere maggiore considerazione.

 

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