LIGHT BLUES – Napoli, il livello più alto non è così lontano

Sounds like light blues by Napolicalciolive.com
Sounds like light blues by Napolicalciolive.com

Il Napoli guarda tutti dall’alto senza soffrire di vertigini. È questo quello che esce dalla gara del San Paolo contro gli ex Cannavaro e Bucchi. Gli azzurri mettono in scena l’ennesima prova di maturità e consapevolezza nei propri mezzi, lasciando sulla strada le speranze della vittima di turno, quel Sassuolo che l’anno scorso fu capace di togliere 4 punti al Napoli, decisivi negativamente a fine anno per la corsa al titolo. Il livello più alto non è stato ancora raggiunto, ma manca davvero poco.

Per raggiungerlo sarà necessario mantenere fino alla fine lo stesso ritmo, in barba alle critiche a Sarri, alla presunta coperta corta e alle azioni di disturbo della stampa nazionale. Sono molto contento di conoscere più di quanto non conoscessi prima / continuerò a provare / finché non raggiungerò il livello più alto.
Letto così, il testo di Stevie Wonder, potrebbe sembrare un mantra che i calciatori del Napoli si ripetono durante gli allenamenti a Castelvolturno, consci che con il lavoro ed il sudore il livello più alto arriverà, ed arriverà molto presto.

I bilanci e gli acquisti: quando i soldi non fanno la felicità

Nel calcio vince chi spende di più, ed infatti succede spesso, ma non sempre. Il Napoli infatti ha l’occasione di distruggere questo luogo comune a suon di giocate entusiasmanti e a tratti fantascientifiche. In un weekend in cui gli occhi delle avversarie erano puntati sul San Paolo in modalità “ciucciuettola”, gli azzurri non perdono l’occasione di far divertire i propri tifosi e far disperare gli avversari milionari e spendaccioni.

E chissà cos’è passato per le loro teste al gol di Falcinelli. Probabilmente la speranza che questo Napoli si sgonfi come un palloncino, perché come tutti i potenti abituati ad avere in mano il potere, patiscono questa meravigliosa rivoluzione di classe. E allora prepariamoci all’avanzare del proletariato del pallone, immaginando il tridente azzurro a guidare il suo popolo, come nel “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo

Quello che non si dice, si sogna

In questo campionato una cosa è certa: quanto squadra e tifosi azzurri restino con i piedi per terra nonostante la manifesta superiorità. Allora quella parola che inizia con la S si dice e non si dice, c’è chi ha il coraggio di sussurrarla tra i denti, chi annuisce e lo ferma perché proprio non si deve dire. Non ancora. Allora inizia il gioco delle parole in codice, del “non succede ma se succede” o del nonno che sta bene e non vuole visite, e perché no, pure di una grattata se qualcuno per sbaglio si fa scappare l’innominabile.

Allora lasciamo pensare alle nostre avversarie di non crederci realmente, lasciamo che i media esaltino l’Inter di Spalletti ed il suo cu…ore o la Juve ed il suo cinismo. Noi aspettiamo buoni buoni, lasciamo che questo spettacolo mai visto passi in sordina, perché prima o poi tutti si accorgeranno di noi e finalmente anche il nostro baffone arriverà.

a cura di Claudio Pomarico

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