Ancelotti ci insegna come essere vincenti nella vita, che lezione

Ancelotti Napoli uefa
Carlo Ancelotti ©Getty Images

Carlo Ancelotti ha presenziato all’Università Vanvitelli. L’allenatore del Napoli ha risposto con semplicità, dando ancora una volta l’esempio

Sono stati diversi gli spunti di interesse che Carlo Ancelotti ha regalato ai tanti presenti alla sua lezione all’Università Vanvitelli. L’allenatore del Napoli ha parlato del significato di saper gestire un gruppo, dell’educazione e del rispetto delle regole e dell’importanza di come essere vincenti anche senza alzare trofei. “Ma per questo aspetto manca davvero poco al Napoli”. Per Ancelotti siamo nel pieno di un progetto vincente: “Salire dalla C alla A ed imporsi in Europa da 9 anni consecutivi, in una storia complessiva di 14-15 anni, significa che De Laurentiis è stato lungimirante. Da sempre la società ha bilanci a posto ed è sana, e di giocatori importanti ne ha avuti e continuerà ad averne. Questo è un progetto vincente”. A differenza di altri club. Poi per Ancelotti “Alzare trofei è legato a piccolissimi dettagli. Non so quanto tempo ci vorrà, ma non aspetteremo molto. C’è tanta voglia di continuare ad investire e di migliorarsi”. Parole che la dicono lunga su chi sia Ancelotti e sul perché non solo il Napoli abbia scelto lui, ma anche lui abbia scelto il Napoli.

Ancelotti, l’uomo giusto al posto giusto

Qui c’è un paradiso agghindato da inferno, ma la gente non lo capisce. Nemmeno quei non pochi tifosi azzurri che non avevano capito che salto il Napoli ha fatto dal passare da un allenatore capace e bravissimo come Sarri ad uno come lui, che sa cosa vuol dire trionfare. C’è stata una domanda bellissima dal pubblico presente in aula. “Quando venne squalificata la curva della Juventus in una circostanza, fu permesso ai bianconeri di alloggiare lì i bambini delle loro scuole calcio, che manifestarono un comportamento incivile tra insulti e parolacce. Questi bimbi diventeranno gli ultras del domani e difenderanno i loro beceri ideali con spranghe e coltelli”. Ancelotti a questo risponde con la necessità di dover fare qualcosa che, per quelle che sono le esperienze vissute in 9 anni di altissimo livello nel calcio estero, non risulta affatto complicato.

Sgominare razzismo e violenza è facile, secondo Ancelotti

“Debellare i violenti non è affatto difficile, anche se maleducazione ed ignoranza si annidano facilmente ovunque”. Lo stadio è diventato l’habitat dei deficienti, come abbiamo potuto constatare con quanto successo prima di Inter-Napoli, e con i volantini contro napoletani, tifosi della Lazio ed ebrei da parte dei romanisti, con l’assassinio di Ciro Esposito ed in molte altre tristi circostanze. “Non se ne può più. Le partite vanno fermate – ed Ancelotti puntualizza fermate, non sospese – per far capire a questi individui che così non va. Così come ci si ferma quando il campo è impraticabile per pioggia, allo stesso modo può avvenire in questi casi”. E sarebbe bello sentire commenti su questa lezione di civiltà di Ancelotti anche da parte di chi come Allegri, Gasperini o Chiellini (e non solo) hanno concesso ultimamente altre lezioni, quelle si non richieste, di stile e di moralità. Sulla base del nulla.

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