Gattuso studia il miglior Napoli possibile in vista della sfida contro il Parma. Una gara che fondamentale per cominciare bene la nuova era azzurra
Chi ben comincia è già a metà dell’opera. Iniziamo con il più classico e banale dei proverbi per avvicinarci a Napoli-Parma, match di importanza fondamentale per gli azzurri ed il neo-tecnico Gattuso. Il momento, d’altronde, è delicato: la formazione partenopea è reduce da una settimana piuttosto movimentata, con un susseguirsi di emozioni e capovolgimenti tecnici che rischiano di incidere pesantemente sull’umore del gruppo. Una settimana così movimentata che ha lasciato passare inosservata la prestazione del Napoli contro il Genk, in un 4-0 che ha rotto l’incantesimo dopo nove partite e fatto intravedere incoraggianti segnali di ripresa. Per Gattuso, allora, sarà importante approfittarne e cogliere la palla al balzo. Cavalcare la reazione europea e alimentarla con l’entusiasmo del nuovo arrivato: queste saranno le armi con cui il tecnico calabrese si appresta ad affrontare la gara contro il Parma.
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Napoli-Parma, tra 4-3-3 e la lotta per l’Europa
D’altronde, il lavoro che Gattuso sta svolgendo (e sarà chiamato a svolgere fino alla fine della stagione) è interamente volto al ripristino dei valori della rosa. E l’obiettivo a breve termine è chiaro: sfruttare la scintilla di martedì per riaccendere il sacro fuoco del Napoli e della sua gente. Contro il Parma sarà cruciale, dunque, partire con il piede giusto, portando tre punti fondamentali nella lotta per l’Europa e distanziando un avversario in questo momento a pari punti con gli azzurri. Certo, le incognite non sono poche, a partire da quelle di formazione. Ma a voler esser cattivi, fare peggio delle ultime uscite italiane del Napoli di Ancelotti sarebbe onestamente difficile. Entusiasmo, unità di intenti e voglia di farcela: bisognerà attendersi questo nelle primissime battute della nuova gestione Gattuso, dopo due mesi di prestazioni asettiche ed incolori. Un Napoli che torni ad entusiasmare il giusto e che torni ad essere sé stesso. Nessun modulo multi-forma, nessun gioco posizionale, nessun calcio 3.0: semplicemente undici calciatori che giocano come una squadra.