Merolla: “Non c’è un disegno contro la squadra, ma Yanina deve dirci cosa è accaduto”

 

Luigi Merolla torna a parlare di sicurezza e star del calcio in seguito alla vicenda “lady Lavezzi”.

Avvicinato dai cronisti di Repubblica, il questore di Napoli precisa che alle sette di ieri sera nessuno ha esposto denuncia, sottolineando che per prevenire ed evitare tali accadimenti sia necessario aiutare chi di dovere ad avere le prove del caso per ricostruire le dinamiche ed il modus operandi dei colpevoli.

Questore, dal suo osservatorio che cosa rileva, c’è un incremento delle rapine?
«La percezione è che abbiamo una delittuosità più omogenea. Rapine di questo tipo, di auto e scooter e su strada come questa alla persona che porta un orologio di valore, rappresentano l’ossatura dell’andamento criminale della provincia di Napoli. Si tratta dei reati più comuni. Di qui la considerazione che non c’è un disegno contro la squadra del Napoli, ai danni dei suoi calciatori si sono registrati quattro fatti in pochi mesi. Ma erano episodi disomogenei per territorio, orario e tipologia: un furto in appartamento a Cavani, la macchina rapinata alla moglie na di Hamsik, auto peraltro poi ritrovata. Quanto alla rapina dell’orologio, sul sito della polizia abbiamo inserito anche il consiglio di maggiore cautela. Ciò che luccica esercita un fascino come quello che muove la gazza ladra».
I dati sono preoccupanti?
«Siamo preoccupati per le rapine che tutti possono subire, tanto più le donne. Ma oltre alla prevenzione e all’attività sul territorio è fondamentale la partecipazione di tutti: se vi rapinano chiamate il 113, presentate una denuncia dettagliata».

Si usa comparare la microcriminalità a quella di altre città. Il sindaco ha detto che a Bruxelles stanno peggio.
«Sono uno studioso di questi fenomeni e quello che dice de Magistris è vero, ma è un discorso che non mi sentirete fare mai. È alla base della mia analisi, nelle conclusioni non cambia niente. Questo tipo di reato affligge strade di grande comunicazione e tutti i luoghi dove c’è una maggiore presenza di cittadini che si intrattengono nel tempo libero».

Un paradosso: nei vicoli il pericolo è minore?
«Napoli è fatta ad arcipelago, ci sono posti dove le persone non si intrattengono mai, e magari i predatori vengono proprio da lì, però rapine non se ne registrano. Più a rischio arterie lunghe come via Foria, che dal Museo a piazza Carlo III è lunga un chilometro e 800, via Marina, via Posillipo che misura 6 chilometri, la Riviera di Chiaia, ovunque c’è una vita sociale intensa e appena le maglie della vigilanza si fanno un po’ più larghe, il rischio aumenta. Non suggerirei però di non andare in certe strade, perché più si vivono meglio è».

I tassisti sono la cartina di tornasole, spesso resistono a recarsi in certe destinazioni.
«So solo di due rapine di tassisti in nove mesi in pieno centro, una in via Duomo e una vicino ai Vergini. Nessun luogo si caratterizza in negativo. L’unico consiglio è sempre di evitare orologi costosi o monili particolarmente vistosi, perché si ha a che fare con ladri di una certa professionalità, che vanno alla ricerca di beni remunerativi».

F.P.

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