FOCUS – De Guzman: il giramondo che si è preso il Napoli in undici giorni

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Quando Diogene il Cinico presentò al mondo allora conosciuto il termine “cosmopolita” per la prima volta, Jonathan De Guzman non era presente per la spiegazione. Giustificato, per carità.
Eppure, qualche migliaio di anni dopo, ne potrebbe essere l’esempio più lampante da mostrare alla Grecia antica e su scala globale.

 

GIRAMONDO DALLA NASCITA – Nato a Toronto, in Canada, da papà filippino e mamma giamaicana: si sposta in Olanda a soli 12 anni, dove comincerà a far parlare di sé con la maglia del Feyenoord. A 23 ancora un cambio casa, con l’approdo in Spagna: Maiorca per un anno, poi il Villarreal. Dopo l’Eredivisie e la Liga, conosce anche la Premier: due anni di prestito allo Swansea ne cementificano l’immagine a livello internazionale.
Strane storie in casa De Guzman: Juliàn, fratello maggiore di Jonathan e anch’egli calciatore, gioca per la nazionale canadese, il napoletano, invece, nel 2008 sceglie l’Olanda, dopo averne guadagnato la cittadinanza.
Dopo la selezione Under 21, l’esordio in nazionale maggiore lo deve al santone di Amsterdam Louis Van Gaal, e il nostro paese era nel destino: debutta infatti il 6 febbraio del 2013, nell’amichevole proprio contro l’Italia.

 

UNDICI GIORNI D’AZZURRO – Arriva in sordina al Napoli. Il suo nome non è proprio uno di quelli che fa impazzire i tifosi. Ma gli addetti ai lavori si.
De Guzman è – come spiegherà poi lui stesso nella conferenza di presentazione a Castel Volturno – un giocatore “Box to box”, uno che passa dalla sua area di rigore a quella avversaria senza alcun problema, per intenderci.
Benitez ne apprezza le qualità totali in mezzo al campo: mediano, incontrista, organizzatore di gioco, fantasista e persino goleador. Come dimostrato al Marassi la scorsa domenica.
Acquistato il 20 agosto, segna all’esordio undici giorni dopo. Insomma, come presentarsi al meglio a tifosi e compagni.

 

E ORA IL SAN PAOLO – “Vittoria importante, in una partita difficilissima. Dobbiamo lavorare per migliorare, ci manca ancora la forma, ma abbiamo carattere. Era importante cominciare così.”
Le parole sono da ragazzo con la testa sulle spalle, di quelli su cui puoi sempre contare.
Il Napoli avrà bisogno di lui anche in ambito europeo: la Champions l’ha assaggiata tra Feyenoord e Villarreal, dovrà rimandarla a Napoli, ma l’Europa League la conosce bene.
E conosce bene anche il San Paolo, visto da avversario per due volte.
Ora che sarà uno dei beniamini non dovrà preoccuparsi di allentare la pressione: Fuorigrotta ha già voglia di eleggere a beniamino chi ha regalato in pieno recupero i primi ed importanti 3 punti dell’anno.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

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