Roberto Policano, in campo come Rambo

policano casiraghi

 

Col Napoli il ricordo più bello è la vittoria di Valencia in Coppa Uefa, 5-1 fuori casa. Fu un trionfo bellissimo, anche se il più bel ricordo lo ha Fonseca…” R.Policano

 

Anni meravigliosi quelli di Roberto Policano in azzurro.

Il terzino con il fiuto del gol e della rissa.

Non è mai stato un violento ma un testardo, un tenace, un battagliero.

In campo si va per vincere, non certo per passeggiare.”

Filosofia di vita trasmessa da Mondonico, il mister che lo allenava negli anni trascorsi con la maglia granata.

Arrivare in finale, perdere e lasciare il campo da vinti non è una soddisfazione. E’ una sconfitta.”

Dura da digerire la finale della Coppa Uefa tra Ajax e Torino, finita già al Delle Alpi per quel 2-2 che non si sblocca al ritorno.

Mondonico prova la carta “Rambo”, quel soprannnome che i tifosi granata gli avevano cucito addosso, per ringraziarlo della sua instancabile voglia di combattere.

I minuti passano veloci, un fallo in aria per il Toro non fischiato fa imbestialire Mondonico che per protesta alza al cielo una delle sedie della panchina.

Nel 1992 allo Stadio Olimpico di Amsterdam le panchine erano composte da semplici sedie singole, neanche tanto comode.

Avere un Mister come Mondonico incentiva a dare tutto se stesso in campo e alla reazione dell’allenatore si somma quella del calciatore.

Calcio d’angolo per l’Ajax, sulla palla Stefan Pettersson e alle sue calcagna Rambo Policano.

Basta un minuto lasciato trascorrere per perder tempo che arrivano i calci e l’ammonizione. Non servono le ultime forze, la voglia di scattare e di bluffarli con un contropiede.

L’arbitro fischia la fine della gara e per un grande Toro il sogno svanisce.

Policano viene multato e Mondonico squalificato per il prossimo turno Europeo.

Squalifica che non ha mai scontato.

Ed è sempre con la maglia del Toro che i cartellini passano da gialli a rossi e a multe salate.

In quel Juventus-Torino, giocata in 9 uomini per la squadra granata.

Prima per l’espulsione di Pasquale Bruno ‘O Animale e poi per quella di Rambo, che per frenare la corsa di Casiraghi, con un tackle scivolato lo stende e mentre sta per rialzarsi lo placca con un calcio in pieno viso.

Sulla scia degli esempi del suo compagno di squadra, sulle indicazioni di un Mister fuori dagli schemi, Policano ha assorbito e trasformato in campo le sue reazioni.

Non sono state da meno le stagioni con la squadra partenopea.

In azzurro ha giocato dal 1992 al 1997.

Un terzino, trasformato da Bianchi in centravanti durante la partita Napoli – Atalanta.

Scelta azzeccata, il Napoli vince per una rete a zero e quella rete fu siglata proprio da lui.

Il fiuto del gol nelle sue corde e nel suo Dna.

Novanta partite in maglia azzurra e ben 12 gol segnati.

Ma come dice il proverbio “Il lupo perde il pelo ma non il vizio”

A 43 anni continua a giocare nei campionati amatoriali Endas.

Diventato ormai attaccante dei Giornalisti & Friends, il 7 dicembre del 2007 al termine della partita con l’Intercosmo, accende una rissa con il pubblico che aveva invaso il campo.

Ovviamente la sua squadra aveva perso ed in  campo c’erano i tifosi avversari.

Perse completamente il lume della ragione, tanto che venne trascinato a forza negli spogliatoi.

Venne squalificato per ben sei mesi.

Quando il calcio non è solo un gioco al quale partecipare ma una sfida continua da voler vincere.

Non conta la categoria o l’importanza del trofeo, tutto quello a cui punti è ottenere il risultato.

Regali te stesso senza tregua, non ti tiri indietro e non molli la presa.

Lo spirito da vero guerriero che manca ai calciatori moderni, tutti lacca e muscoli tesi che in un contrasto, tirano via la gamba per paura di una lussazione.

Ci vorrebbero dei Rambo in più, per poter vedere partite accese e combattute.

Stay Tuned!!! Il calcio non è per le femminucce eppure in campo aumentano sempre di più.

Di Anna Ciccarelli

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