PAPALE PAPALE – Giocheremo col nostro pallone!

Papale Papale by Stefano Tomassetti
Papale Papale by Stefano Tomassetti

 

Finalmente è finita, quest’assurda due giorni in cui il padrone di casa ci ha tolto il pallone e non ci ha fatto più giocare. Oddio, non è che ci siamo proprio rintanati in un angolo eh, perché chi ha coraggio, intraprendenza e un pizzico di fantasia il pallone se lo inventa. Con un’arancia, con una pallina da tennis, magari proprio coi giornali: chi ha qualcosa più di vent’anni sa bene di cosa parliamo. Fuor di metafora, il pallone ovviamente è la conferenza mancata di Maurizio Sarri, il pomo della discordia fra il padrone e “quelli dei siti”, come li chiamano lui e i suoi collaboratori.

 

I giornali on-line (e già, ci piace farci chiamare così visto che siamo testate registrate al Tribunale) hanno fatto quadrato, hanno pubblicato un comunicato e lavoreranno insieme per far sentire la propria voce. Un evento che – per chi conosce un minimo l’ambiente – è più unico che raro.

 

Tutto bello, tutto giusto, ma per chi vi scrive il punto della questione si è spostato molto presto a ben altro. Sotto ogni comunicato di ogni giornale on-line c’erano i commenti di tanti che esultavano per la decisione di ADL. Sì, esultavano. Ve lo meritate, siete tutti delle merde, sapete solo prenderci in giro. Questo nei commenti più teneri, per non parlare di alcuni blog (quelli sì che sono “i siti”) che hanno pubblicato contro-comunicati da mosche bianche, salvo poi pubblicare ieri la foto ‘leaked’ della nuova maglia del Napoli andando incontro ad una querela, per pura e semplice ignoranza della materia. Si sono vantati di fare un giornalismo (?) diverso, da veri tifosi. Non ho neanche bisogno di sottolinearvela la contraddizione in termini, chi è riuscito ad arrivare fino a questo punto del mio articolo è abbastanza intelligente per coglierla da solo.

 

E’ lì che è scattata la riflessione. Chi siamo, dove andiamo, cosa stiamo facendo e per chi. Antonio Manzo, direttore di SpazioNapoli, venerdì sera ha spiegato benissimo tanti retroscena del lavoro dei giornali on-line, ad esempio il click-bait, perché è così importante per noi e che parte minuscola riveste nel lavoro dei giornali più qualitativi. Io l’ho presa molto peggio di lui e ho iniziato ad inveire istintivamente contro gli imbecilli che hanno insultato tutto e tutti nella più becera delle generalizzazioni, proprio loro che le generalizzazioni becere – da napoletani vittime di razzismo – dovrebbero ripudiarle a prescindere. Gente che invoca i giornali e che dei giornali guarda solo le figure, gente che non conosce le regole basilari della punteggiatura e della grammatica e si lamenta della qualità delle news, gente che non fa altro che disegnare squadre impossibili sui post-it e poi si lamenta delle voci di mercato, che se si chiamano “voci” qualcosa vorrà dire e senza quelle molti non saprebbero di cosa parlare con gli amici. Questi fenomeni qui sono gli stessi che non riescono a leggere più di tre righe senza sbadigliare, quelli che cliccano solo i titoli più attrattivi come delle scimmie ammaestrate, quelli che quest’articolo non lo leggeranno mai perché “oh ma sì pazz’, è lunghissimo… m’o può fà nu riassunt?”. Questi “non-lettori” sono il target perfetto del famoso click-bait, e proprio loro si lamentano per un’attività fatta a loro uso e consumo, visto che non sono in grado di fruire di altro. Paradosso dei paradossi. Dicevo che non sono stato lucido, ho pensato che se il nostro stesso pubblico non ci capisce e non ci apprezza forse non ha neanche senso continuare. In realtà tutta questa storia un senso ce l’ha, parafrasando quel cantante che ha distrutto il campo a padron DeLa. Sono pochissimi i lettori che capiscono la differenza fra notizia e approfondimento, i pochissimi che leggono gli articoli “veri” senza cliccare dove li porta il vento.

 

NapoliCalcioLive ha un palinsesto di oltre 20 rubriche settimanali di approfondimento, e indovinate un po’? Sono gli articoli meno letti di tutti, numeri alla mano sono meno del 10% dei lettori. Il resto? Mercato e altre cazzate, senza le quali non potremmo campare perché “siamo noiosi”. Mi rivolgo a quel 10% e li invito a non cliccarle, le notizie con gli indovinelli. Lasciatele agli altri: sul nostro giornale troverete articoli molto più interessanti nella sezione ‘Rubriche’ e potrete interagire con la redazione attraverso il ‘Ditelo Voi‘. Ecco, se il nostro lavoro ha un senso, quel senso sono questi lettori qui, quelli che si divertono a discutere con noi ben oltre la notiziola strappa-click. Quelli che non hanno bisogno del pallone, quelli che – come me, come noi – il pallone sanno farselo da soli. Magari se ci fossero più lettori così non ci sarebbe più bisogno dei titoli-trappola, non ci sarebbe più bisogno del pallone di cuoio e quindi non ci sarebbe neanche più così bisogno del padrone. E i non-lettori? Beh, a loro potremmo lasciare i giornali, ammesso che riescano ad andare oltre le figure…

 

Di AntonioPapa (Twitter @antoniopapapapa – ShareSoccer @papalepapale)

 

 

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