Qualità da vendere in salsa argentina: ecco la rivelazione Catania

 

 

di Nicola Lo Conte

 

Forse il peggior avversario da incontrare in questo momento. Il Catania di Vincenzo Montella, con i suoi giovani di belle speranze, era partito a inizio stagione pensando a null’altro che non fosse una salvezza il più possibile tranquilla. Ma ora, dopo un filotto di risultati niente male – 4 vittorie e 2 pareggi nelle ultime sei gare – inizia a cullare velleità di ben altro genere, trovandosi al settimo posto in classifica a pari punti con l’Inter, e -3 dalla sesta piazza occupata dalla Roma, ultima attualmente utile per l’Europa League. Ambizioni confortate da uno standard di gioco sempre alto, che ne fa un antagonista insidiosissimo per il match di domenica al San Paolo: i rossazzurri non avranno assolutamente niente da perdere e vorranno giocarsela al massimo.

Alla sua prima stagione intera su una panchina, Vincenzo Montella ha confermato i tratti distintivi che si erano intravisti nei pochi mesi alla Roma della scorsa annata: gioco propositivo, basato sul palleggio e su schemi offensivi il più possibile variegati. Tanto che il suo Catania ha mostrato di saper cambiar pelle: se ad inizio stagione, si seguiva lo spartito dettato dal 3-5-2, da un po’ gli etnei si sono affidati ad un 4-3-3, ed in entrambi i casi sempre con grande elasticità. Caratteristica peculiare, che ha sempre contraddistinto la compagine siciliana in questi anni in massima serie, è la massiccia presenza di giocatori argentini in formazione. Iniziando dal portiere, l’ex laziale Carrizo, che a gennaio ha preso il posto dell’altro argentino Andujar. Davanti a lui, una difesa a quattro composta da Legrottaglie e Spolli al centro e da Bellusci e Marchese sui lati. Una linea nel complesso affidabile (niente gol subiti nelle ultime tre gare), ma che può concedere qualcosa sul piano della velocità a incursori rapidi come quelli che ha il Napoli. Da tenere d’occhio il laterale mancino Marchese, sempre propositivo in fase di spinta e in gol all’andata. Nel centrocampo a tre normalmente agiscono Almiron (in dubbio per domenica, nel caso pronti Ricchiuti o Llama), Izco e Lodi, che sanno sia garantire copertura che far male in attacco, con il tempismo degli inserimenti ma anche con le conclusioni dalla distanza (a proposito, attenzione soprattutto ai calci piazzati di Lodi, bomber della squadra con otto reti). In avanti, giostra il trio tutto argentino formato da Bergessio, Barrientos e Gomez, con il primo ad agire da prima punta ma anche da boa per gli inserimenti dei compagni, e gli altri due a svariare in maniera intercambiabile sui lati per allargare le maglie difensive con la loro rapidità e abilità nel dribbling. Il terzetto forse non è eccezionale dal punto di vista realizzativo (13 reti in tutto), ma guai a sottovalutarlo.

Il Catania, come detto, giocherà con la forza dei nervi distesi, dunque sarà difficile vedere la squadra di Montella chiudersi come tante altre formazioni hanno fatto contro gli azzurri. Ma non è improbabile che il tecnico di Castello di Cisterna abbandoni lo schieramento recente, e riproponga quello adottato in maniera vincente all’andata, per mettere ulteriormente in difficoltà Mazzarri e i suoi. Quel che è certo è che dai siculi ci si attende un calcio molto dinamico, e ci vorrà il miglior Napoli sotto il profilo fisico e mentale per avere la meglio.

 

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