Il progetto Mazzarri e l’assalto alla coppa

Legato da un contratto e da tanta voglia di vincere. Tutt’altro che un allenatore stressato o stanco ma più carico che mai verso l’ultimo appuntamento per nobilitare una stagione già positiva e per ricominciare un’avventura con credenziali ancora più forti alla guida del Napoli. Walter Mazzarri, in sala stampa dopo il successo inutile sul Siena ai fini della qualificazione in Champions, ha tirato fuori la grinta dei giorni migliori facendo un’analisi della stagione e lasciando intuire quelle che sono le sue idee per il prossimo anno. Bilancio positivo, Mazzarri è partito da questo concetto, al di là della vittoria o meno della finale di coppa Italia con la Juve a Roma. Un trofeo arricchirebbe la bacheca e sarebbe il meritato coronamento di tre anni di lavoro con tre qualificazioni europee consecutive ma il senso della stagione resterebbe uguale anche in caso di sconfitta. Lo sforzo in Champions, manifestazione condotta da protagonisti con la storica qualificazione agli ottavi ai danni del City campione d’Inghilterra, si è pagato in termini di punti, come preventivato dal tecnico e come lo dicono i numeri da sempre, in campionato. Nove in meno, ne sarebbero bastati soli altri tre per confermare il terzo posto e raggiungere i preliminari di Champions. Ma l’obiettivo più o meno dichiarato all’inizio dalla stessa società fu il quinto posto e venne data priorità alla Champions League. In più il Napoli è riuscito a piazzare una splendida cavalcata in coppa Italia fino all’ultimo atto in programma all’Olimpico di Roma contro la Juve dei record, squadra imbattuta e strutturata per vincere con una rosa molto più ampia e assortita di quella azzurra. Un Napoli provato per le cinquanta partite stagionali ma che proverà a tirar fuori energie e orgoglio confidando sul grande prestigio dell’appuntamento. In chiave futura, in riferimento alla prossima stagione il piano di crescita immediato passerebbe attraverso l’arrivo di quattro-cinque calciatori che possano fare la differenza.

Non a caso Mazzarri più volte durante la stagione ha usato l’espressione «non siamo ancora grandi», in riferimento al fatto che non sono stati gestiti bene i momenti topici, vedi il ritorno di Champions a Londra e la trasferta di Bologna, senza dimenticare le tante occasioni sciupate, prima su tutte quella contro il Catania. L’anno scorso in tal senso arrivò un solo vero top player Pandev, già abituato a certi livelli, gli altri acquisti sono stati fatti in prospettiva, come quelli della stagione precedente. Con Mazzarri allenatore c’è stata la valorizzazione di tutti e in special modo di Cavani che in due anni ha segnato un numero enorme di gol rispetto alle stagioni precedenti di Palermo. Ma per provare a vincere subito occorrererebbe rinforzare con giocatori di prima fascia, il progetto comunque ambizioso imperniato sulla crescita dei giovani prevede il medio e lungo termine per raggiungere risultati di un certo tipo. Tutto dipende dalla strategia societaria, dal budget di spesa e soprattutto dal tetto ingaggi, il vero e proprio nodo per potersi assicurare giocatori top player (vedi le trattative saltate con Criscito, Vidal e Vucinic). Incontro tra De Laurentiis e Mazzarri da fissare a fine stagione, dopo la finale di coppa Italia. Avvenne così anche l’anno scorso, il giorno dopo l’ultima partita contro la Juve, in maniera però molto tormentata con le voci di addio e di un imminente arrivo di Gasperini. Il presidente De Laurentiis convocherà il tecnico Mazzarri e verrà fatta l’analisi della stagione appena conclusa e verrà pianificata quella successiva. La base è il contratto di un anno che lega ancora il tecnico al Napoli e la sua volontà di rispettarlo nella condivisione di un progetto tecnico quanto più possibile ambizioso. Non si dovrebbe parlare di rinnovi, o meglio al momento non è questa la priorità di Mazzarri, a differenza dell’anno scorso quando allungò l’intesa di un altro anno. Da verificare l’intenzione di De Laurentiis di blindare ulteriormente il suo allenatore al quale ha pubblicamente ribadito piena fiducia dopo la sconfitta al San Paolo contro l’Atalanta nel giorno in cui il patron incoraggiò anche tutta la squadra. Mossa che diede gli effetti sperati con il Napoli che ha lottato fino all’ultima giornata per il terzo posto. Ora l’attenzione è tutta sulla finale di coppa Italia, la corsa a un trofeo che manca dai tempi di Maradona, da venticinque anni.

Il Mattino

 

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