Insigne è guarito e delizia i tifosi al Worker’s Stadium

 

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Tutt’intorno è un fiorir di voci ( “Napole, Napole“) , vocalist cinesi che s’affannano per farsi sentire e però partenopei ‘autentici’ – ormai stabiliti a Pechino – che invocano, acclamano, reclamano. E’ pure questo un pomeriggio d’un giorno da cani, con l’incedere opprimente dell’afa che va affrontata credendoci: ed allora, saranno dieci (uno con la maglia di Montervino) e poi cinquanta (con il 7 di Cavani ed 17 di Hamsik su molte spalle) e poi qualche centinaia, ma son lì per assaporare il Napoli e cibarsi d’ogni dettaglio, in quella ch’è l’unica seduta ‘open’ del Workers Stadium d’una settimana che sa di Supercoppa e d’emozioni uniche nel loro genere. Il campo spalancato dinnanzi a sé, sugli spalti gli emigranti che raccontano la loro Pechino e, increduli, attendono Insigne: ma gioca? La risposta galleggia nell’aria e s’avverte con l’applauso che scatta quando la sagoma si impossessa degli sguardi incuriositi: che giochi sarà da verificare, però che sabato ci sia appare annunciato dal passo sciolto, dall’allenamento poi brillante. E’ routine della ripresa, è un po’ di divagazione attiva, è Inler con la capigliatura e poi è anche una presa di contatto con la città, con l’euforia crescente – in arrivo un aereo da Bologna, in giornata – ma è pure il modo per sciogliere di nuovo i muscoli, prima di tuffarsi nella segretezza più assoluta che oggi verrà garantita dallo stadio del Chao Yang.

MAGNIFICO – L’Insigne che non t’aspetti invece se la passa già benone, ha lasciato in infermeria i problemi rimediati nell’amichevole con il Leverkusen e s’è messo a deliziare la compagnia a modo suo, andando persino a cercare gli stacchi di testa per mettere pressione all’articolazione tutta e vedere l’effetto che fa. Squadre mischiate, match accademico ma non tanto (perché gli allenamenti a questo servono) e soprattutto un boato collettivo – soprattutto dal campo – quando Edu Vargas riesce a trovare la porta, a battere Rosati ed a provare emozioni da un bel po’ dimenticate. E’ sua la festa.

 

Fonte: Corriere dello Sport

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