Caso Klose, Di Canio controcorrente: “Ha confessato perché pressato dai napoletani”

 

 

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Chi lo conosce bene aveva capito subito che c’era qualcosa che non quadrava. E già, perché dopo aver segnato Klose non solo non ha esultato (e fin lì niente di strano, spesso il tedesco vi rinuncia), ma soprattutto non si è esibito nel classico gesto dell’’ok’. Il suo marchio di fabbrica dopo ogni rete, il suo modo (originale proprio perché normale) di gridare al mondo la sua gioia. Al San Paolo, prima ancora di confessare la irregolarità della rete, Klose aveva rinunciato a fare ok con la mano destra. Quella stessa mano destra con cui aveva spinto il pallone in rete.

Ieri però, 24 ore dopo il gesto di Napoli, è stato Klose a ricevere l’ok da tutti. A cominciare dal numero uno del calcio mondiale, il presidente della Fifa Joseph Blatter che sul suo profilo twitter ha scritto: “Bravo Miro per il tuo gesto di mercoledì sera. Dimostra che si può essere campioni e giocatori corretti allo stesso tempo”. Lui, Klose, ha risposto attraverso il sito della Federcalcio tedesca, spiegando così quanto accaduto: “Il pallone mi è finito sulla mano: dirlo all’arbitro era la cosa più normale del mondo”. Un gesto di fair play che ha fatto il giro del mondo, anche per la notorietà di Klose, capitano e simbolo della nazionale tedesca. E proprio in Germania si sono sprecati gli elogi al suo gesto. L’unica voce controcorrente è arrivata dall’Inghilterra, ma è una voce italiana: “E’ finita come doveva finire—ha detto Paolo Di Canio — ma Klose all’inizio voleva ingannare, poi ci ha messo un po’ a pentirsi. E lo ha fatto perché pressato dai giocatori napoletani…”. Dare una mano alla Lazio E Klose come ha vissuto la sua giornata di ordinaria sovraesposizione mediatica? Con la solita umiltà. Minimizzando quanto fatto il giorno prima al San Paolo ed allenandosi come se niente fosse. Per lui quell’episodio era già archiviato pochi minuti dopo che era successo.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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