Napoli – Galatasaray, le pagelle: Zuniga riconquista il San Paolo! Olè Rafael, Insigne incanta, Pandev sugli scudi

Dall’inviato allo Stadio San Paolo, Gianluca Vitale

 

Rafael  7 – Felino. Inoperoso per buona parte del primo tempo, Snejider prova ad impensierirlo su calcio piazzato senza tuttavia centrare la porta. Coraggioso in uscita, la sua reattività su Drogba e soci gli vale meritatamente il plauso della platea. Sicuro, non può nulla sul siluro di Amrabat dalla media distanza.

 

Mesto 6,5 – Un po’ sbilanciato ma reattivo nella chiusura. Bene anche di testa: i suoi stacchi risolvono più di qualche grana alla retroguardia. Si propone in avanti con efficacia dimostrando di meritare la fiducia concessagli dal mister. Macchia la sua prestazione perdendosi Amrabat con un po’ di leggerezza, ma nel complesso non fa rimpiangere Maggio: una sorpresa ed un’ottima alternativa nella sua zona di competenza.

 

Cannavaro 6 – Propositivo, nei minuti iniziali cicca la possibile palla del vantaggio azzurro. Gestisce il possesso arretrato senza eccessivi affanni, ma quando sale a marcare si slancia troppo, aprendo buchi che rischiano di lasciar solo il compagno di reparto. Dal 45′ Fernandez 5,5 – Meglio ad impostare che a difendere. Col suo ingresso la squadra guadagna qualcosa in termini di pericolosità su calcio da fermo (o almeno dovrebbe), ma il ritmo compassato nelle chiusure ed un’eccessiva imprecisione sottoporta lo rimandano a data da destinarsi.

 

Britos 6 – Avvio relativamente tranquillo, fa sentire i muscoli e i centimetri dominando il gioco aereo. Meglio con Cannavaro: la convivenza con Ferndez è ancora da rivedere e rischia di innervosirlo. Chiedere a Drogba.

 

Armero 6,5 – Una freccia di rara prontezza. Affonda come un siluro il fianco della corazzata turca, ma a tratti sembra avere il freno a mano tirato. Conoscendolo, ci aspettavamo forse un atteggiamento ancor più offensivo. Ma va bene così: l’impatto del colombiano sulla gara è stato decisamente positivo. Dal 45′ Dossena 5,5 – Spinge poco e non incide mai nella costruzione del gioco. Molto ‘bloccato’ in marcatura, conclude il suo compito senza troppe emozioni.

 

Dzemaili 6,5 – Ragioniere. Inizio di grinta e sostanza, buona l’intesa con i compagni di reparto. Nel complesso, però, più statico del solito: Benitez chiede di restare ‘bloccato’ per dettare i tempi della manovra e lui risponde con grande diligenza. Più intraprendente nel secondo tempo, quando una sua ‘bomba’ si infrange sul palo tra l’incredulità della folla. Dal 76′ Radosevic s.v.

 

Behrami 6 – Un po’ ‘ruvido’ ma sempre sul ‘pezzo’, quando serve rompere il gioco Valon risponde come al solito “presente”. Prende calci e li restituisce senza troppi complimenti. Dal 45′ Inler 5,5 – Duro negli interventi, fa sentire sin da subito i tacchetti sugli stinchi degli avversari. Impreciso nelle geometrie, i suoi ingranaggi sembrano ancora da oliare con cura.

 

Insigne 7,5 – Semplicemente Magnifico. Come una molla, avanza e rientra su tutto il fronte esterno. Prima a sinistra, poi a destra: non dà punti di riferimento disorientando gli avversari e strappando applausi per buona mezz’ora. Splendide le aperture a servire Callejon e compagni, che però sprecano; sontuoso il giro che si spegne alle spalle di Muslera sfiorando la rete che avrebbe fatto venire giù lo stadio. Suoi i primi assist al San Paolo, e non è un caso; Pandev ringrazia ed insacca con una zuccata, Zuniga fa bis nella ripresa. Nel finale realizza il rigore che vale il 3-1 ed è apoteosi.

 

Hamšík‎ 6 – Parte un po’ in sordina ma conclude in crescendo. Costantemente in movimento, scambia bene con Insigne, scalando quando Lorenzo avanza e dandogli il cambio nelle sortite offensive. Splendida l’apertura a smarcare per Pandev nel primo tempo, peccato che il macedone sprechi l’assist vincente per i compagni che accorrevano al centro. Deciso (a volte troppo) nei contrasti, sul finire dei primi 45′ sfiora il goal con un bell’inserimento, ma cicca clamorosamente mandando a lato a porta sguarnita. Dal 56′ Mertens 6 – Impressionante per falcata, meno per lucidità. Decisamente più altruista che uomo-goal, scatta agilmente tra i difensori e propizia l’azione che porta all’atterramento di Calaiò. Sul rigore, è bravo Insigne a battere il portiere.

 

Callejon 6 – Volenteroso ma a tratti impreciso. Molto agile, si prodiga a sostegno dei terzini e affonda saltando il marcatore con una discreta facilità. Soffre i ripiegamenti difensivi specialmente nel primo tempo, quando atterra Drogba dal limite rischiando di regalare a Snejider la palla del pareggio. Meglio a destra, da dove risulta più volte pericoloso e serve ad Hamšík‎ una palla facile facile che però Marek spreca. Nel secondo tempo sfiora il gol da cineteca con stop a seguire che scavalca l’avversario sfiorando di pochi centimetri il palo alla destra di Muslera. Dal 68′ Zuniga 7 – Fischiato sin dal suo ingresso in campo, porta il peso di un futuro, di fatti, ancora tutto da definire. Eppure impiega poco – appena otto minuti – a smentire le voci  che lo vorrebbero alla Juve freddando il portiere ed esultando al coro “Chi non salta bianconero è”. Un tributo, quello dei tifosi, che suona come una vera e propria dichiarazione d’amore tra due amanti per troppo tempo divisi dalle maldicenze. Il suo goal ed il gesto che ne consegue valgono da soli il prezzo del biglietto.

 

Pandev 7 – La fantasia al potere. Già in forma campionato (o quasi), si muove tra le linee e salta l’uomo con una disinvoltura disarmante. Protegge palla come solo lui sa fare calamitando su di se ogni azione. Se si abitua a segnare anche di testa, è davvero finita. Cala inevitabilmente nella ripresa. Dal 64′ Calaiò s.v. – Le ovazioni di inizio partita lo galvanizzano ma Emanuele non incide come vorrebbe.

 

Benitez 6,5 – Difficile esprimere un giudizio dopo soli 90′ minuti di gioco. Va però tenuto conto che stavolta lo sparring partner non era il timido Carpi bensì il ben più temibile Galatasaray, pur sempre un collettivo di caratura internazionale. Squadra che da quindici giorni ha cambiato modulo, e non lo si direbbe, il suo Napoli appare ben equilibrato e ‘stretto’ dietro (specie nel primo tempo, un po’ meno nella ripresa). In più occasioni Hamšík‎ e Pandev prediligono l’assist arretrato all’affondo vincente: sintomo, questo, di una mentalità molto improntata al collettivo più che alla giocata del singolo. L’impressione è che con un Albiol in più e in avanti un ‘animale d’area’ come Higuaín, ci sarà di che divertirsi.

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