RIMESSA D’AFFONDO – Dries d’assi

 

 

di Domenico Ascione (Twitter: @vesuvilandia)

 

Un’epifania bella e buona, quella del folletto belga. Non che fino ad ora si fosse nascosto, s’intende, ma la prestazione offerta ieri da Mertens è di quelle che ti fanno rimanere sveglio persino durante il fisiologico abbiocco post-abbuffate natalizie. La Sampdoria di Mihajlović è squadra ordinata, coriacea e sfacciatella. «Giocheremo per fare nostra gara, come sempre abbiamo fatto»,  aveva detto il tecnico serbo alla vigilia della sfida del San Paolo. «Il Napoli ha una grande potenza offensiva, ma magari dietro ha qualche lacuna che può essere colpita: sfrutteremo le nostre occasioni. Vincerà chi entrerà in campo più concentrato». Parole quantomai profetiche, quelle del tecnico blucerchiato, perché, diciamoci la verità, il Napoli ha tutt’altro che brillato. La fase offensiva è ormai al di là di ogni ragionevole sospetto, eppure le lacune che si aprono dietro sembrano quasi voler sfidare la concorrenza di certe strade extraurbane di nostra amara conoscenza. A parte Albiol (acquisto azzeccatissimo, ndr), né Fernández, né Britos né il praticamente deposto Cannavaro possono garantire sonni tranquilli alle coronarie di Benítez e del popolo partenopeo tutto. La difesa “abballa”, ahinoi, e quello zero nella casellina delle reti subite è stavolta frutto più del caso (e dei legni benedetti da San Gennaro) che di una prestazione difensiva diligente e organizzata. Però davanti, signori miei… Davanti il Napoli fa paura; il “Pipita” non garantirà forse la garra e i gol di Cavani, ma in quanto a classe pura siamo nel gotha assoluto. Callejón fa strabuzzare gli occhi per delle giocate fuori dal mondo e un Mertens così non lascia spazio a isterie nostalgiche di assai pocho rilievo. Higuaín, Callejón e Mertens, un tris d’assi servito a irradiare la scena. Con la Samp è bastato, ma nell’arena di Verona sarà tutt’altra musica. E questo Verona dai Toni alti non bluffa mica.

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