L’UOMO CHIAVE – Wilfried Bony, la belva africana

 

di Pasquale La Ragione (Twitter: @pasqlaragione)

 

In assenza di Michu, vero trascinatore dello Swansea fermato da un grave infortunio, il ruolo di uomo chiave è stato affidato a Wilfried Bony. L’attaccante ivoriano, arrivato in estate dal Vitesse per una cifra importante, è un classe 1988. E’ il terminale offensivo del 4-3-3 tutto palla a terra e rapidità della squadra. Fra le file del club olandese ha raggiunto numeri incredibili. Con lo Swansea è partito a rilento, colpa anche di un continuo avvicendamento con Michu. Dopo l’infortunio di quest’ultimo, però, ha trovato continuità e in poco tempo è diventato trascinatore dei gallesi e idolo del Liberty Stadium. Nel match d’andata ha messo in mostra il suo grande potenziale: Henrique non è mai riuscito ad anticiparlo e contrastarlo. L’africano, in un modo o nell’altro, l’ha sempre spuntata. Ed è andato più volte vicino al gol, sia di testa che con il suo potentissimo destro.

 

BIOGRAFIA – Nasce a Bingerville il 10 dicembre 1988. Muove i suoi primi passi da calciatore nella squadra locale, prima di volare nelle giovanili dello Sparta Praga. Già durante il primo anno fa diverse apparizioni in prima squadra con cui debutta sia in Champions League che in Europa League l’anno successivo. Nel 2011 si trasferisce in Olanda per vestire la maglia del Vitesse. E’ in Eredivise dove sprigiona tutta la sua potenza fisica e tecnica: mette a segno 51 reti in 68 presenze. Numeri importanti che attraggono molti top club europei, fra cui anche il Napoli. Ma il suo obiettivo è la Premier. L’occasione giusta si chiama Swansea: 12 milioni nelle casse del club olandese per strapparlo alla concorrenza. E’ primatista di reti con i gallesi nelle competizioni europee con cinque reti.

 

CARATTERISTICHEWilfried Bony è il classico attaccante che ha il gol nel sangue. Un bomber completo in tutto. E’ dotato di una struttura fisica spaventosa: questo gli permette di fare reparto da solo lottando con i difensori avversari per far salire la squadra. Abile nell’attaccare la profondità per allungare il campo e al tempo stesso andare incontro per fare da boa. Il calcio inglese sembra essere il contesto perfetto per un giocatore come lui. Non si stanca mai, nonostante tutte le fatiche e le lotte contro gli enormi difensori della Premier League.

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