RIMESSA D’AFFONDO – Genny ‘a carogna ha detto sì

 

di Domenico Ascione (Twitter: @vesuvilandia)

 

Ore 21:45 circa. Con in pratica un’ora esatta di ritardo, la finale di Tim Cup 2014 tra Fiorentina e Napoli può avere inizio. L’ha stabilito Gennaro De Tommaso, al secolo “Genny ‘a carogna”, figlio di Ciro De Tommaso, ritenuto affiliato al clan Misso del Rione Sanità. O forse no? Fiumi d’inchiostro si sono sprecati all’indomani dell’ennesima pagina buia del nostro calcio, fiumi d’inchiostro in cui la stampa schierata e non storicamente sguazza come un poppante ai suoi primi “ciac ciac” nell’acqua del bagnetto. D’altronde tutte le fiabe che si rispettino hanno bisogno di un cattivo, e in questo caso il cattivo era servito lì su un gran bel piatto d’argento: sguardo arcigno, grugno pronunciato, tatuaggi a profusione e l’atteggiamento di chi sembra dire: “tranquilli, m”o vveco je, state ‘mmano a ll’arte”, Gennaro De Tommaso sarebbe l’orco perfetto da mandare in pasto al vostro racconto serale di turno. Certo, che ormai le società professionistiche debbano render conto delle loro azioni a certi personaggi men che raccomandabili, è ormai un dato di fatto. Che però Fiorentina-Napoli si sia giocata nonostante tutto perché banalmente “l’ha deciso Genny” significa escogitare una scappatoia tanto manichea quanto intellettualmente disonesta, trovare un facile capro espiatorio che possa distogliere lo sguardo da questo calcio malato e folle, illudendosi che la gente creda a Babbo Natale, illudendosi che questo meraviglioso Sport sia ancora tale.

Impostazioni privacy