SHOWTIME – L’indole folle di un Napoli “spumeggiante”

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Quando al bar del paese i vecchi saggi hanno smesso di discutere sul calcio giocato, passando alle premonizioni sul mercato Napoli, vuol dire che la stagione si è ormai conclusa e soprattutto che è tempo di tirare le somme. Per chi come noi calcola le annate in stagioni (calcistiche), un po’ come fanno i bambini con le classi scolastiche, questi sono mesi decisamente particolari. C’è infatti chi si dispera perché retrocesso, perché ha visto sfumare il sogno scudetto o perché, magari per un punto, la prossima stagione dovrà trascorrere le notti di coppa sul divano a gufare come fosse uno sport olimpico.

La domanda a questo punto è d’obbligo, per il neo Napoli di Benitez che stagione è stata? E se vi rispondessi che Rafa mi ricorda un tal Stanley Ipkiss mi prendereste per pazzo? Capisco che questo nome possa non dire molto, ma di certo tutti conoscerete The Mask (se non sapete neanche chi e cosa sia The Mask la colpa è vostra, e fareste bene a recuperare).

Stavolta Loki però l’ha combinata grossa. Di maschere infatti ne ha fornite ben 11 al malcapitato Napoli. Una per ogni calciatore sceso in campo dal fischio d’inizio o subentrato. Con la luce del giorno il percorso seguito dagli azzurri è alquanto anonimo. Fatto di alti e bassi, come se si trattasse di una squadra qualunque. Il problema però è proprio questo. Tutto ciò che ha a che fare con Napoli non può essere definito qualunque.

Cala così la notte, tetra ma mai spaventosa, se affrontata con almeno 50mila amici al fianco. Giungono le maschere e tutti indossano la propria, almeno fino a quando Loki/Benitez non decide d’averne avuto abbastanza. I grandi appuntamenti così, siano essi di campionato o coppa, tramutano il San Paolo in un caotico Coco Bongo Club, sulla cui pista da ballo, rivestita per l’occasione d’erba, si scatenano dei diavoli dopati dall’eccitazione e dal tifo.

Gli avversari restano ammaliati dal gioco azzurro, mentre tifosi e giornalisti quasi non credono possa trattarsi della stessa squadra vista in altre occasioni. Per le tante emozioni vissute è impossibile dire che questo sia stato un anno negativo, ma forse, più che positivo, lo si potrebbe annoverare tra quelli di crescita e formazione. Grazie alle maschere portate in dono da Benitez i partenopei sono stati in grado di vedere quali siano le proprie potenzialità sfruttate al massimo. Così come Jim Carrey si libera dell’amata-odiata maschera al termine del film però, anche il Napoli dovrà riuscire a essere “spumeggiante” nella vita di tutti i giorni, con le grandi ma soprattutto con le tante piccole.

Come detto però Napoli non è una città qualunque, e di conseguenza la sua squadra non può essere da meno. Per molti altri una prima stagione d’apprendistato sarebbe terminata con buone sensazioni e lezioni utili per il prossimo anno, ma gli azzurri conquistano invece una Coppa Italia (oltre che i preliminari di Champions), dimostrando di saper vincere fin da subito. Anche il buon Ipkiss però conquista qualcosa, anzi qualcuno al termine del film. Che dite, meglio la Coppa Italia o Cameron Diaz?

di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)

 

 

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