FRATELLINI D’ITALIA – Viaggio fra gli azzurrabili del futuro: la ricostruzione inizia da loro (seconda puntata)

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Dopo aver analizzato i portieri e i difensori del futuro, passiamo a centrocampo e attacco:

 

Centrocampo

 

Per il dopo Pirlo siamo più coperti che mai: Marco Verratti (‘92, grazie Zeman) è il presente e il futuro, e speriamo di vederlo presto in azione anche in Serie A. Ma di giovani dalle belle prospettive per il centrocampo ce ne sono veramente tanti. Nello stesso ruolo di regista anche Daniele Baselli (‘92), prodotto del fiorente settore giovanile dell’Atalanta, e Fausto Rossi (‘90), quest’anno al Valladolid in prestito dalla Juventus. Durante lo scorso campionato si sono messi in luce due talenti purissimi: Jorginho (‘91), brasiliano naturalizzato italiano del Napoli, e Stefano Sturaro (‘93), appena prelevato dalla Juventus dal Genoa. Non ci dimentichiamo di tre centrocampisti ormai affermati ma ancora in fase di crescita: Andrea Poli (‘89), che con la maglia del Milan ha ricoperto più ruoli e tutti con la stessa, grande, intensità, Alessandro Florenzi (‘91), utilizzato anche come ala d’attacco, e Giacomo ‘Jack’ Bonaventura (‘89), uno dei pochi esterni offensivi già “formati”. Ma non finisce qui. Al fianco di questi vanno ad aggiungersi Federico Viviani (‘92), di proprietà della Roma quest’anno al Latina con cui ha sfiorato la promozione, Valerio Verre (‘94), anche lui proveniente dal settore giovanile giallorosso, Nicola Bellomo (‘91), che ha iniziato il campionato con il Torino per poi finire allo Spezia in B, Marco Benassi (‘94), uno dei pochi a salvarsi nel disastroso cammino del Livorno, Andrea Bertolacci (‘91), titolare nel Genoa di Gasperini, e Riccardo Saponara (‘91), poco fortunato alla sua prima stagione al Milan ma con grandi qualità tecniche. E poi ancora Diego Fabbrini (‘90), Bryan Cristante (‘95), Simone Verdi (‘92) e il giovanissimo Francesco Di Mariano (‘96), ancora della Roma.

 

Attacco

 

Signori, chi più ne ha più ne metta. Il reparto offensivo potenziale italiano può essere tranquillamente fra i primi al mondo. Ne abbiamo di tutti i tipi e di tutti i gusti. A partire da Mario Balotelli (‘90), sperando che prima o poi diventi Super: da questo Mondiale ne esce malconcio sotto tutti i punti di vista, ma noi, romantici del pallone, ci crediamo ancora. Se il rossonero dovesse limitarsi ad essere solo Mario, ci sono già validissime alternative: Ciro Immobile (‘90), appena passato al Borussia Dortmund, Mattia Destro (‘91), che ha chiuso il campionato con un’incredibile media gol, Alberto Paloschi (‘90), in crescita di anno in anno, e Simone Zaza (‘91), il bomber dalla rovesciata facile. Non è finita. Un po’ più defilati (tatticamente parlando) gente come Stephan El Shaarawy (‘92), infortuni permettendo, Lorenzo Insigne (‘91), che fra le mani di Benitez può consacrarsi in via definitiva, Manolo Gabbiadini (‘91), il sinistro più potente e preciso italiano. E ancora: Domenico Berardi (‘94), per info chiedere ad Allegri, Nicola Sansone (‘91), protagonista assoluto della seconda parte di campionato del Sassuolo, Alessio Cerci (‘87), che può ancora dare molto alla nazionale e Fabio Borini (‘91), il pirata emigrato in Inghilterra che ha fatto impazzire i tifosi del Sunderland. Oltre a questi aggiungiamo due giovanissimi della Serie B che si sono dimostrati, semplicemente, di un’altra categoria: Gianluca Caprari (‘93) e Federico Bernardeschi (‘94), che con il suo magico mancino ha rischiato di portare il Crotone alla promozione.

 

E scusate, perché qualcuno ci sarà sfuggito di sicuro. Ma questo quadro generale ci può far arrivare comunque ad una conclusione: ma allora, questi benedetti giovani di qualità, ce li abbiamo o no? Ai posteri l’ardua sentenza!

 

di Pasquale La Ragione (Twitter: @pasqlaragione)

 

 

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