FOCUS – È inutile piangere sul Pepe versato. Ecco come sopravvivere al non ritorno di Reina

reinarafael

 

Un anno o poco meno. Ci ha messo poco Pepe Reina ad entrare nel cuore di tutti i tifosi azzurri.
E in fondo non era così difficile; per uno con quel temperamento, quell’esperienza, quell’entusiasmo nell’affrontare anche solo un allenamento, era difficile non stringere un legame particolare col Napoli e i suoi tifosi.
Ma le cose si programmano, e per i programmi Reina a Napoli doveva starci una sola stagione a fare da ‘chioccia‘ (così dicono i bravi) al più giovane Rafael. Uno che senza infortunio poteva giocarsi il Mondiale in casa con la sua nazionale.
E forse neanche avrebbe sfigurato comehanno fatto invece i padroni di casa.

 

Così, il portiere nato a Madrid torna al Liverpool, lasciando una porticina aperta per il suo ritorno in azzurro. Ma non s’impegna, né è il Napoli a farlo, con gli inglesi consci che, dopo la buona stagione disputata in Italia, stavolta il club che vorrà arrivare a Reina dovrà sganciare bei soldi e prenderlo a titolo definitivo.
Nessuno ha mai creduto potesse restare ad Anfield: in Inghilterra – ma in Italia pare un’eresia – i progetti e i programmi di una società vanno rispettati.
Un anno fa, dopo stagioni in cui Reina non era stato propriamente eccellente come quello visto al San Paolo, si era deciso di puntare su Mignolet; detto fatto, e oggi salutano lo spagnolo ritrovandosi tra i pali un 25enne tra i migliori portieri al mondo.

 

Invece, quando a rispettare i programmi ci prova il Napoli di turno in Italia, ecco piovere le critiche di (parte della) stampa e (parte della) tifoseria
Rafael, ben prima dell’infortunio contro lo Swansea, aveva già dimostrato di poter competere alla pari col mentore spagnolo, almeno per quel che riguarda le doti tecniche; il carattere e l’esperienza te le dà il campo, e visti i dieci anni di età che passano tra i due, non ci si poteva aspettare da entrambi la stessa cosa.
In più, nel corso della stagione, Reina aveva già mostrato di doversi assentare molto durante lunghi momenti dell’anno per alcuni guai fisici, e all’alba dei suoi (tra pochi giorni) 32 anni, potrebbe essere un altro dato che ha ‘spinto’ il Napoli a non svenarsi troppo per riportarlo a casa.

 

Quei soldi, i quasi 10 milioni (3/4 per il cartellino e 4/5 per l’ingaggio) che il Bayern Monaco ha speso per rendere Reina il secondo di Neuer, il Napoli potrebbe (dovrebbe?) spenderli altrove: Fellaini, Diarra, Kramer, Javi Garcia. Chiamatelo come volete.
Perché in un mercato difficile, in cui anche solo un colpo pare impossibile, ogni tesoretto andrebbe valorizzato. Ma se si dovesse rinunciare alla ‘pelata’ di Reina per la chioma più folta di qualcuno in mezzo al campo, ben venga.
Se dopo il 2 settembre non dovesse essere così, allora la pioggia di critiche sarebbe giusta.
Ma da qui al 2 settembre manca ancora un mese. Lo dice sempre anche Benitez.

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

 

Impostazioni privacy