COLPI DI JENIUS – Dal teatro al campo, Beckett ha cambiato idea: ora sta aspettando Hamsik

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La conoscete la storia?
Vladimir ed Estragone aspettano per due interi atti il fantomatico signor Godot. Ma Godot non arriva, invia suoi messaggeri a dire che verrà il giorno dopo, ma il giorno dopo sarà lo stesso. E così, all’infinito.
E la storia, così ben orchestrata dall’immenso Samuel Beckett, sembra raccontare sul palcoscenico quello che sul campo accade a Marek Hamsik, ma con sessant’anni d’anticipo.
Vladimir ed Estragone sono i tifosi napoletani che aspettano lo slovacco da due interi anni, Hamsik si traveste da Godot, e al suo pubblico in attesa invia ogni tanto i suoi messaggeri, per far credere che sta arrivando, anzi tornando, ma in realtà non sarà così.
Benitez, dalle sue radici inglesi, prende il ruolo di Beckett e il gioco è fatto.
La rappresentazione principe del teatro dell’assurdo, così come assurda è la vicenda legata al capitano azzurro, che da due stagioni sembra ormai la brutta copia di quello che è stato.
Waiting for Hamsik.

 

RITORNO A CASA – Nei lunghi momenti di magra, è consigliabile tornare a casa propria. L’affetto dei cari, l’aria di casa, l’odore dei posti conosciuti, riconciliano spesso gli uomini in difficoltà col proprio essere.
E la lunga trasferta a Bratislava, col Napoli impegnato giovedi sera sul campo dello Slovan per la seconda uscita di Europa League, dovrà essere anche questo per Hamsik, nato 27 anni fa a circa duecento chilometri dallo stadio in cui gli azzurri andranno in scena.
Da Banská Bystrica a Bratislava, dove partì la sua carriera da giovane promessa: tre anni di giovanili stupendo tutti, prima del rapido esordio in prima squadra e del trasferimento al Brescia. Il resto è storia nota.

 

PARTITA DEL CUORE – Per Marek sarà un po’ la partita del cuore, divisa a metà: gli albori contro il suo presente, gli esordi e la fama.
Così come potrà esserlo per suoi genitori e per la compagna Martina, tutti per metà slovacchi e per metà ormai napoletani.
Le difficoltà incontrate lo scorso anno sembrano non aver trovato una fine in questa stagione: Hamsik stenta e sbuffa, macina gioco ma non conclude, prigioniero di una squadra e di un modulo non suoi.
Benitez lo difende, lo lancia in campo sempre con la fascia al braccio, ma l’unico gol siglato da Hamsik in questo avvio di stagione nessuno lo ricorda, perché la serata di Bilbao i napoletani vogliono cancellarla il più in fretta possibile.
Aspettando Hamsik sarà il filo conduttore di un’altra stagione azzurra.
Perché senza la sua cresta che si drizza ad ogni marcatura, il Napoli non uscirà dal torpore, e i napoletani non potranni rialzare la testa.

 

A cura di Gennaro Arpaia (@gennarojenius9)

 

 

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