LA MIA TRASFERTA – Tra paura e gioia: la domenica speciale di un napoletano a Firenze

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Napoli e il Napoli, un amore vero, puro, di quelli che non se ne vedono così facilmente nel calcio moderno.
Un calcio fatto prima di radio, poi di Tv in HD, che andare allo stadio quasi quasi è diventato scomodo.
Ma nell’immensa platea azzurra c’è un popolo di tifosi che ancora segue la squadra in casa e trasferta. Perché la propria casa è dove si lascia il cuore, e i tifosi azzurri il cuore l’hanno lasciato al Napoli.
Comincia oggi su NapoliCalcioLive “La mia trasferta”, la rubrica interamente dedicata ai tifosi che vivono il Napoli fuori dalle mura del San Paolo.
E si parte con Alessandro, giovane, giovanissimo malato azzurro, presente ieri al Franchi in quella bolgia azzurra che urlava al cielo il nome di Higuain per quella che sarà una trasferta quasi perfetta, visto l’infortunio di Insigne.

 

TUTTI A FIRENZE – “Il mio Fiorentina-Napoli è qualcosa che si avvicina molto al concetto di “trasferta perfetta”.
Perché parti il giorno prima della partita, visiti una città meravigliosa come Firenze con tanto di sciarpa al collo, in un clima di totale serenità. In Piazza Duomo pensi al Napoli. Ti perdi nelle bellezze degli Uffizi e pensi al Napoli. A cena mangi una bella bistecca fiorentina di 1,4 kg in un tempio della gastronomia locale e continui a pensare al Napoli. E passando per la Stazione di Santa Maria Novella ti imbatti in Mazzoleni e vorresti dirgli proprio quattro gentili parole. La notte è praticamente insonne: l’ansia è tanta, siamo carichi”.

 

LA DOMENICA PERFETTA – “La domenica ti svegli, scendi, sempre con la stessa sciarpa al collo, e incontri i tuoi amici di sempre, i “MalatiAzzurri”, con i quali sai già che condividerai una giornata speciale in ogni caso… al di là del risultato.
In Piazza della Signoria incontri un po’ di tutto: persino un algerino che ci chiede una foto con la sciarpa e dichiara di essere tifoso del Napoli per amore di Yebda (e Ghoulam?). E sul Ponte Vecchio inciampi in Donadel, il doppio ex (e che ex…!), che ti dice pure che tiferà viola.
L’ora si avvicina. Appuntamento alle 15.30 al parcheggio ospiti, gestione dell’ordine pubblico stavolta perfetta, nessun contatto tra le tifoserie, mi sento in totale sicurezza. Finalmente si entra, prendiamo posto di fianco alla Tribuna Maratona. C’è tanta fiducia ma bisogna giocarla. Vista dal settore ospiti, sembra che nel primo tempo il Napoli faccia una gran partita, sia micidiale nelle ripartenze, spesso pericoloso: Higuain realizza un gol strepitoso in semirovesciata, ci fa esultare e poi il guardalinee, purtroppo giustamente, annulla la rete”.

 

LA PAURA E LA GIOIA – “Callejòn, fresco di convocazione in nazionale, dalla sua mattonella prova a tirare nel sette.
Ma è chiaro anche dalla nostra visuale che i primi 20 minuti avevano un marchio, quello di Insigne. Immaginatevi come si gela il sangue a noi così lontani dalla zona di campo interessata a vederlo a terra, provare a rialzarsi, zoppicare e gettare subito la spugna. Volgo lo sguardo verso la panchina e vedo Mertens già pronto a entrare: è successo qualcosa.
Provano a medicarlo ed esce fuori dal campo, mentre solo qualcuno riesce a cogliere il vergognoso coro che la Curva Fiesole gli dedica: “Salta con noi, Lorenzo, salta con noi”. Dunque nessuna reazione in quel momento. Solo dopo la partita, tra un commento e l’altro, e controllando il web, si è avuta la conferma che si temeva: raramente capita che ci si accanisca contro un calciatore, peraltro sempre corretto, in maniera così vile e vigliacca.
Nessuno osa dirlo ma anche da lì l’infortunio sembra molto grave, e pensiamo subito a lui, alla Nazionale, alla sua straordinaria maturazione che non dovrebbe interrompersi proprio adesso.
Grazie Ilicic, pensiamo tutti. Il solito tempismo della sfortuna, che è brava a colpire quando si è ad un passo dal traguardo. Nell’intervallo, sorrisi e preoccupazioni: riusciremo a sbloccarla? Finalmente attaccano dalla nostra parte, lì da dove siamo nemmeno ci accorgiamo del miracolo di Rafael su Cuadrado.
Invece vedo bene il gol che si divora il capitano Marek e subito dopo vedo Higuain calciare in porta: e poi il buio. Sono sommerso da decine di persone, vengo abbracciato e baciato: finalmente è entrata, il Napoli è in vantaggio a Firenze. Gonzalo viene a esultare sotto di noi, e noi lo ringraziamo gridando a squarciagola il suo nome: “Higuain, Higuain, Higuain…”.

 

OJE VITA MIA – “Gli ultimi 15 minuti sono di sofferenza, ma ci sta: un tempo interminabile, vissuto tra fischi assordanti, unghie mangiate e occhi sul tabellone luminoso. Il Napoli deve difendere il vantaggio, la Fiorentina deve spingere per cercare il gol del pari. Esce Gonzalo, entra Henrique, non ce la facciamo più… E poi ancora un gol. Perché quello di Koulibaly vale a tutti gli effetti un gol, da arresto cardiaco.
Finiamo avanti: abbiamo vinto! Abbiamo espugnato Firenze! E non chiedetemi come, ma parte spontaneo proprio quello che da troppo tempo non sentivo e cantavo: un “Oj Vita Mia” da brividi. Rafa e i ragazzi ci applaudono. Grande tifo. Grande vittoria, da grande squadra. Il Napoli è terzo, ma siamo felici come se fossimo in testa. E che bella anche quell’ora da segregati prima di poter uscire dallo stadio, fatta di commenti, ancora abbracci, e anche di soddisfazione per lo stomaco.
Infine 5 ore di auto, sonno ridotto e al risveglio la tremenda notizia…
Forza Lorenzo! Ti aspetto per la prossima “trasferta perfetta”, a Torino, il 24 maggio, perché il sogno ce lo devi regalare tu!”

 

 

PER PARTECIPARE A “LA MIA TRASFERTA”
Per partecipare seguite scrivete su Twitter a @NCLiveCom con l’hashtag #lamiatrasferta, o in alternativa scrivete alla pagina Facebook ufficiale di Napolicalciolive.

 

A cura di Alessandro Ariemma (Twitter: @aleari11)

 

 

 

 

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