Isaiah Jay Brown, il futuro è blues

I vivai. Chi pensa che la forza dei club più blasonati d’Europa risieda essenzialmente nelle banconote del portafogli, è gravemente in errore. Che alcune società possano permettersi di sborsare denaro in quantità industriale e costruire una squadra vincente, non c’è dubbio. Tanta scaltrezza negli affari, tuttavia, spesso corrisponde ad un eguale grado di intelligenza nella gestione della propria ‘casa’. Molti club, infatti, puntano sulle strutture giovanili, sui prodotti della personale cantera al punto che diversi giocatori in erba vengono affiancati negli allenamenti ai più ‘grandi’ nonché convocati dai tecnici della prima squadra per cominciare ad odorare l’erba dei grandi palcoscenici ed a rubare i segreti alle varie chiocce. Un esempio lo offre il Chelsea, che si  è aggiudicatola Youth League con pochi convenevoli, ed è pronto ad offrire allo spettacolo del calcio nuove figure, quali Isaiah Brown.

Bio&Caratteristiche

Nato il 7 gennaio del 1997 a Peterborough ma di origini giamaicane, comincia a calciare i primi palloni nel Leicester City, tuttavia la prima e reale squadra di cui veste la maglia è il West Bromwich nel 2010. Sedeva ancora tra i banchi di scuola quando già faceva parlare di sé agli addetti ai lavori, tant’è vero che nel 2013, a sedici anni, debutta in Premier League, dopo essere stato convocato dal tecnico della prima squadra già a tredici anni. Immediatamente affascina la platea inglese ed in particolar modo il Chelsea: l’anno successivo è nella squadra dei blues. Le aspettative del ricco club non vengono tradite: Izzy contribuisce in modo decisivo alla vittoria della FA Youth Cup 2014 e UEFA Youth League, offrendo ottime performance anche in prima squadra. Dal 2012 indossa pure la maglia della nazionale inglese, passando a tappe dall’Under-15 all’Under-19. Dalla critica sportiva è stato (giustamente) definito ‘illegale’ a livello giovanile per il potenziale esplosivo che ha già cominciato ad offrire da lungo tempo a questa parte. La fascia destra è di sua proprietà tra i compagni del vivaio inglese e questo destino è portato a ribadirsi con la maglia della prima squadra. Tuttavia qualsiasi ruolo offensivo è possibile adattarlo alle sue caratteristiche. Il meglio di sé lo ha mostrato da esterno di un tridente da 4-2-3-1, modulo all’interno del quale riesce a gestirsi alla perfezione grazie alla rapida lettura dell’azione e la potenza del tiro. Spicca tra le sue qualità indubbiamente l’accelerazione che riesce a dare: il suo passo è sempre in anticipo ed imprendibile per l’avversario di turno. Brown è molto abile nel saltare l’uomo ed imporgli la sua superiorità tecnica ma anche fisica. Il giovane talento del Chelsea è abile con entrambi i piedi e questa è una caratteristica che aggiunge imprevedibilità al suo gioco: sfornare assist o tirare a rete è per lui un gioco da ragazzi, ma indovinare la posizione per il difensore che ha di fronte spesso è più difficile che vincere alla roulette russa.

Notizie dal futuro

José Mourinho è stato dal primo momento, e visibilmente, folgorato dal suo talento. Di lui e dei compagni di squadra, infatti, ha dichiarato: “La mia coscienza mi dice che se Lewis Baker, Brown e Dominic Solanke non entreranno nel giro della nazionale in un paio di anni, dovrò vergognarmi di me stesso. Una volta al Chelsea, la nazionale inglese è quasi automatica”. E’ chiaro quindi che non sarà difficile attendersi la fila di estimatori fuori la porta del Chelsea quanto prima. Pensare che il giocatore venga lasciato facilmente sulla piazza dal club è quasi blasfemia, tuttavia si sa che tentar non nuoce. Il futuro non aspetta il presente.

 

di Sabrina Uccello (Twitter: @SabriUccello)

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