COLPI DI JENIUS – L’esperimento della porta vuota è fallito, ora Pepe può tornare

reina

 

di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

Niente. Noi ci abbiamo provato, ma non ce l’abbiamo fatta.
L’esperimento “Proviamo a giocare a porta vuota” che ha preso il via a Napoli la scorsa estate è fallito miseramente in nemmeno un anno.
Abbiamo mandato via Pepe Reina credendo di poter fare a meno di un estremo difensore, un estremo difensore esperto e dal sicuro rendimento, eppure ci troviamo costretti a fare dietrofront.
Niente, però ci abbiamo provato. Ci abbiamo provato a rimpiazzare Pepe nel corso di questa stagione altalenante, entusiasmante e poi disgraziata.
Lo abbiamo fatto prima con Rafael e poi con Andujar.
Abbiamo mandato in pasto ai leoni un ragazzotto brasiliano di 25 anni senza saperlo difendere dopo gravi errori, errori di chi è al suo primo anno da titolare in Serie A.
Poi ci siamo spostati, passando dal Brasile all’Argentina, panchinando Rafael e lanciando in campo Mariano Andujar, uno che di anni ne ha 32, con molta più esperienza; che è partito bene, da quasi salvatore della Patria, per poi finire come o peggio di chi l’aveva preceduto.

Nel frattempo, Reina che l’anno prima a Napoli era stato punto focale della squadra scaldava la panchina del Bayern Monaco che in scioltezza vinceva lo scudetto tedesco.
Dalla panchina all’infermeria, con un noioso infortunio; nel mezzo un rapido passaggio in campo che però non aveva lasciato segno.
E così, giunti in estate, i tedeschi sanno di poter fare a meno di lui. Un sentimento reciproco, visto che anche Pepe capisce di poter fare a meno del lauto compenso bavarese e di voler riapprodare a Napoli, con meno soldi e più partite.
Soprattutto, con più affetto.
De Laurentiis, che nel frattempo ha dovuto salutare Rafa Benitez, quello che ha portato Reina in azzurro due anni fa, s’è convinto che riportarlo alla base sarebbe stata la cosa giusta.
Nelle prossime ore lo spagnolo tornerà a Castel Volturno e dopo le visite mediche di rito potrà indossare nuovamente la maglia azzurra.
Perché noi l’esperimento l’abbiamo provato, ma è miseramente fallito.
E dopo aver giocato a porta vuota per un anno, abbiamo provato a portare in campo il meglio possibile.
E il meglio possibile, oggi, fa rima col nome di Reina.

 

 

 

 

 

 

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