DITELO VOI – Il ricordo dei lettori sul primo Scudetto del Napoli

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Come ben sapete, la data di oggi assume importanza particolare per quanto concerne la storia del Napoli: proprio il 10 maggio del 1987 gli azzurri conquistavano il loro primo Scudetto. Un avvenimento storico, che prima di allora non si era mai verificato e che finì per cambiare la percezione di una squadra e di una città intere. Nella consueta rubrica “Ditelo Voi” abbiamo coinvolto voi tifosi per i ricordi più belli di quella splendida giornata.

Iniziamo con il breve ma sentito ricordo di Mario Acerra, una testimonianza che fa rendere conto della grande passione per il calcio a Napoli: “Di quel giorno, ad un paio di settimane dal mio tredicesimo compleanno, ricordo il boato del San Paolo al gol di Carnevale che, col balcone aperto, si sentì fino a casa mia, a Cavalleggeri”. Anche il contributo di Francesco Olandese è molto emozionante: “Quel giorno ero nel settore distinti. Dire che lo stadio era una bolgia è dire poco, la città era una bolgia le nostre anime erano una bolgia. Sapevamo che quello era il giorno dei giorni, una data per la storia appunto, come recitava un immenso striscione in curva. Ma se devo dire cosa ricordo in particolare di quei momenti è il frastuono, si il frastuono dello stadio, oltre i cori, il vociare c’erano le trombe, quelle a gas di una volta. Un suono di tromba continuo ed assordante, 10 100 1000 10000 trombe e non esagero. Provate ad immaginare il casino che producono, la persona al tuo fianco a stento la sentivi. Era solo il preludio all’apoteosi, che si materializzò al fischio finale. Ecco chi ha vissuto quei momenti può sapere cosa può diventare lo stadio San Paolo quando è ricolmo d’amore”.

Altra testimonianza è quella di Vincenzo Di Bona, il quale racconta la festa vissuta da una prospettiva molto singolare: “Non avevo la patente, per pochi mesi, e fregai la macchina a papà per seguire i cortei. C’era uno con una 127 scassata, che portava 7-8 persone sul cofano anteriore e, senza nessuna visibilità, mi venne addosso nella fiancata. Meno male che uno dei miei amici era un abile carrozziere e corremmo a casa sua per aggiustare l’ammaccatura. Ci lavorò fino a notte inoltrata. Mi persi il corteo, ma salvai l’auto e me stesso”. Infine, Mario Zannella sottolinea alla perfezione l’animo della città dopo quella giornata: “Avevo 5 anni e non ho grandi ricordi onestamente, ma a distanza di anni è sempre bello sapere di tante piccole chicche tipiche di noi napoletani. La mia preferita? la scritta sul muro del cimitero: ‘e che vi siete persi!'”

 

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