Novanta minuti per dare un calcio a tutte le paure, le tensioni, le preoccupazioni. Il Napoli non riceve un grande abbraccio dal San Paolo semivuoto di metà agosto, ma sa abbracciarsi e farsi forza, e regolare con uno scoppiettante 5-0 il Monaco, squadra nel principato attesa ad un campionato di vertice alle spalle del PSG anche nel prossimo anno di Ligue 1.
In vetrina ci va Manolo Gabbiadini, l’uomo forse più atteso dal tifo, dall’ambiente, dallo stesso Sarri che continua a puntare su di lui, nuovo designato vice-Higuain dopo la partenza dell’argentino; e Gabbiadini stavolta lo ripaga, con un poker personale che sa di rivalsa, di occasione sfruttata e di messaggio ai tifosi, che ancora aspettano Icardi ma che tra le mani hanno già ottimo materiale su cui lavorare.
SE GABBIADINI FA HIGUAIN
La scena è tutta sua, di un Gabbiadini che segna da ogni posizione, quando e come vuole, fa l’Higuain e tramortisce la difesa monegasca più volte risultando decisivo in ogni aspetto del gioco. Dopo la prova opaca col Nizza era quello che più serviva al ragazzo classe 1991 per ritrovare il feeling con i tifosi che gli hanno tributato il giusto applauso mentre lasciava il campo dopo un’ora e più di gioco.
Sarri modifica il Napoli e lo fa per Gabbiadini, perché se Higuain non c’è non può certo fermarsi tutta la squadra; e allora attenzione in difesa, si, ma anche nuovi movimenti in attacco, con Mertens e Callejòn, ieri titolari, a intrecciarsi proprio con Gabbiadini e con Hamsik e Jorginho pronti al passaggio giusto per tagliare in due le difese avversarie. Il lavoro cominciato a Dimaro è solo intravisto una settimana fa, forse comincia a dare i suoi frutti e sicuramente piace al San Paolo.
Gli avversari guidati da Jardim non sono di certo gli ultimi arrivati, sono sprovvisti di Falcao ma avrebbero esperienza per impensierire gli azzurri; ed invece il Monaco pericoloso non lo è mai, non fa paura a Rafael e Sepe, alternati in staffetta, e si spegne già dopo 45 minuti di gioco, regalando alla ripresa solo un allenamento o poco più per i pochi presenti a Fuorigrotta.
LA PRIMA VOLTA DI MILIK E ZIELINSKI
Il secondo tempo, infatti, si trasforma in passerella. Non solo per Gabbiadini, ma anche per chi prende il suo posto. Gli esordi azzurri nella serata del San Paolo sono due: il primo è forse quello più atteso, quello di Arkadiusz Milik, il centravanti preso dall’Ajax e che dovrebbe far dimenticare – insieme con Manolo – le gesta di Higuain ai tifosi azzurri. Venti minuti di buona fattura per il polacco di 22 anni che fa il paio con il connazionale Zielinski, anche lui d’esordio in azzurro. La manovra napoletana si arricchisce di qualità con due elementi giovani, ma già capaci di fare la differenza è che seriamente daranno una mano a Sarri e al Napoli.
Il mercato alle spalle, però, ancora incombe, quando oramai mancano meno di due settimane alla prima gara di campionato.
Tutta Napoli si aspetta ancora Icardi, ma l’argentino dell’Inter è un obiettivo troppo difficile da raggiungere e forse i veri problemi della squadra azzurra possono essere nelle retrovie; al passo d’addio ci va David Lopez, ieri unico calciatore a non vedere il campo oltre il giovane portiere Contini della Primavera. Lo spagnolo cambierà maglia e al Napoli servirà un nuovo innesto a centrocampo, nell’attesa che si delineino anche le situazioni delle altre due riserve Grassi e Valdifiori, con situazioni simili e diverse.
A Sarri, però, tutto questo non interessa e di certo nella sua testa c’è ancora quanto visto ieri sera; il Napoli non è ancora al completo, ma lui lavora e sa di essere il vero sostituto di Higuain, anche dalla panchina. La squadra corre e lotta, mostra già una buona condizione e soprattutto fa gruppo intorno ai suoi cardini principali.
Ben vengano le critiche, ma anche gli onori, quando servono.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)