IL CASO – Insigne decide più degli altri, ma guadagna meno. Perchè?

Lorenzo Insigne © Getty Images
Lorenzo Insigne © Getty Images

 

A Napoli è diventato un caso, e dopo le parole del suo procuratore sarebbe strano se così non fosse.
“Nell’ultimo incontro non ci sono piaciute certe risposte. Lorenzo ha fatto una scelta di cuore, ma la vita professionale non è eterna e quando ci sono altri club che invece vogliono gratificarti economicamente allora devi andare sul mercato. A malincuore devo dire che ci sono dei club che stiamo prendendo in considerazione”.
Questo uno stralcio del lungo sfogo di Fabio Andreotti, uno degli agenti del ragazzo, forse il più longevo e sicuramente un braccio destro serio e fidato per l’intero entourage degli Insigne. Parole amare, che scuotono il calciomercato azzurro, ma che nascondono anche un fondo di delusione; il ragazzo napoletano, giunto ai 25 anni, vuole raccogliere quanto seminato ed anche lo stipendio comincia ad essere uno dei parametri più importanti nella sua carriera da calciatore ormai apprezzato dentro e fuori dai confini nazionali.

SULLA SCIA DEGLI ALTRI

Premessa: parliamo di cifre folli, perché quando si discute di imprecisati milioni di euro non può essere altrimenti, ma tant’è e dobbiamo abituarci. Il calcio degli ultimi anni va sempre più in questa direzione e non cambierà nell’immediato futuro; ed anche se fare i conti nelle tasche altrui può essere attività poco simpatica, servirà di certo a capire il perché di questa situazione.
Lorenzo Insigne non guadagna certo due bruscolini: il suo stipendio, aggiornato neanche due anni fa, si aggira appena sopra il milione di euro annuo, una cifra congrua che però nel mondo del calcio professionistico non è così fuori dalla portata dei club del livello del Napoli.
I suoi compagni di reparto, quelli con cui divide il campo, lo spogliatoio, gli allenamenti e le gare, invece, qualcosina in più.
Dopo gli ultimi rinnovi, arrivati in fila, il Napoli ha riconosciuto a Mertens, Callejon e Hamsik un allungamento ed aumento di stipendio che innalza il tetto ingaggi del club di poco ma che dà un segnale forte e chiaro ai calciatori.
Lo stesso non è accaduto con Insigne: la proposta della società per il ragazzo napoletano è stata di 2,5 milioni annui, di certo non una cifra da buttare, ma evidentemente non abbastanza convincente per gli agenti del calciatore.
Perché? Perché dopo l’ultima stagione, la migliore per lui, il ragazzo (e il suo entourage) è convinto di essere assolutamente al livello degli altri compagni di squadra e vuole quindi raggiungerli anche sul piano economico, visto anche che, secondo i numeri dell’ultimo anno, Insigne gioca più di Mertens, segna più di Callejòn ed è più decisivo di Hamsik nell’intera economia di gioco azzurro.

LE RICHIESTE DI INSIGNE

Il capitano slovacco, simbolo della squadra e beniamino dei tifosi, ha appena allungato il suo contratto fino al 2020 con adeguamento d’ingaggio da 3 a 4 milioni all’anno. Callejon, che pure resterà a Napoli fino allo stesso anno dello slovacco, ne guadagnerà circa 3 in una stagione. Piccolo salto in avanti anche per Mertens, che passerà a guadagnare poco meno di 2 milioni di euro. Da qui e da queste cifre, le richieste di Insigne, che ha pure tanto mercato: dall’estero le attenzioni ci sono e le cifre sarebbero sicuramente quelle considerate congrue dal ragazzo e non dal Napoli ad oggi.
L’offerta azzurra è di 2,5 milioni all’anno, ma il ragazzo ne chiede 3,5, meno di Hamsik, appena sopra Callejon.
“Se andiamo a vedere gol ed assist, dopo Higuain c’è Lorenzo e poi Hamsik. In passato Lorenzo ha pensato solo al bene del Napoli, ma senza un progetto di livello chiediamo al Napoli la possibilità di togliere il disturbo”.
Parole chiare, richieste chiarissime. Mercificate nelle ultime ore dalla stessa stampa che ha osannato i rinnovi arrivati qualche settimana fa e che oggi forse non riesce a capire perché un napoletano, figlio di questa città è di questa terra possa arrivare a chiedere così tanti soldi per giocare con la maglia che ha fin da sempre tifato.
Neanche fosse per meriti sportivi.

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius)

 

 

 

 

 

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