PRO E CONTRO – L’esplosione e i guai fisici, Maksimovic è la nuova scommessa di Sarri

Maksimovic ©Getty Images
Maksimovic ©Getty Images

 

Da Bajina Basta alla capitale, per poi spiccare il volo. La carriera di Nikola Maksimovic parte da lì quando ha appena 10 anni, da un piccolo centro serbo che lo porterà in pochissimi anni fino alla capitale. Gli esordi con la squadra del suo paese, la trafila e l’esordio con la prima squadra da protagonista. Tutti lo guardano, tutti lo vogliono, ma lui ha un solo obiettivo, arrivare nel club più ambizioso del suo paese. Nikola ha poco più di 20 anni quando arriva alla Stella Rossa e crede di aver fatto il salto di qualità definitivo; da grande tra i grandi. Peccato che non aveva fatto i conti col resto del calcio europeo, coi soldi degli altri club, con le altre squadre che gli occhi addosso a lui li avevano messi già tempo prima. Brava la Stella Rossa ad arrivarci prima di tutti, ancor più bravo il Torino che, nel 2013, dopo appena un anno a Belgrado, lo preleva portandolo in Italia per regalare a Ventura un diamante grezzo da plasmare a sua immagine e somiglianza, per cavare fuori da quello smilzo di oltre 190 centimetri un centrale difensivo che sappia affermarsi anche al di qua dell’Adriatico.
La storia seguente è nota: dopo un triennio da protagonista in granata, Maksimovic è l’ultimo colpo del calciomercato del Napoli e con Sarri la sua carriera è destinata a cambiare, in un senso o nell’altro.

ESPERIENZA E FISICO DA GLADIATORE

Ottimo fisico, buona visione di gioco e già tanta esperienza. Maksimovic non è un novello del ruolo, un profilo sul quale dover scommettere, ma un centrale già navigato nonostante l’età. Lo si è visto in Italia con una certa continuità, lo si è studiato alla mercé di un campionato che mette sempre i difensori a dura prova.
Le sue qualità sono note, ora sta a Sarri migliorarne il rendimento, la costanza e le ambizioni; proprio le ambizioni del ragazzo potrebbero essere la chiave di volta, visto che non arriva in azzurro per essere titolare ma naturalmente può e deve aspirare a quel ruolo. Dovrà lavorare e faticare con Sarri, ma può esserci dell’ottimo materiale per costruire qualcosa da qui al prossimo semestre, quando Koulibaly lascerà il Vesuvio per la Coppa d’Africa. Partirà dalla panchina, ma vista l’esperienza in granata dell’ultimo triennio dovrà farsi trovare subito pronto dal nuovo allenatore così da sfruttare al meglio ogni momento a sua disposizione.

GLI ULTIMI INFORTUNI

Così come note sono le sue qualità, altrettanto note sono le sue sbavature.
Maksimovic ha una struttura fisica importante di 193 centimetri e oltre 80 chili, anche per questo ci mette un po’ a carburare ad inizio stagione.
A spaventare sono anche le distrazioni che spesso ‘regala’ nel corso di una partita; abituato ad uscire dalla propria area di rigore in fase di costruzione dei suoi, perde la posizione non di rado, creando così problemi al proprio reparto in fase di recupero. E ovviamente, visto il ruolo e la struttura fisica, non fa della rapidità una sua principale peculiarità.
Al di là di questi aspetti, però, che col lavoro di Sarri potrebbero davvero essere risolti una volta per tutte, e del prezzo a cui è stato acquistato (più di 25 mln e il cartellino di Valdifiori è una cifra supervalutata in questo momento, visti anche i costi di altri giocatori del suo ruolo) a preoccupare maggiormente sono i suoi eventuali problemi fisici; due infortuni negli ultimi 15 mesi ne hanno fortemente condizionato l’utilizzo e la continuità. Nell’ultima stagione ha visto il campo solo 16 volte con il Torino e per il momento, tra allenamenti saltati e problemi col Torino, non ha ancora cominciato la sua stagione.
Sarà tutto risolto? A Sarri (e allo staff medico azzurro) l’ardua sentenza.

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

 

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