Sarri: “Maradona è il re di Napoli. Non ci dobbiamo dividere la città”

Tonelli, Hamsik e Mertens decidono la sfida tra Napoli e Pescara. Un 3-1 per gli azzurri molto più complicato da raggiungere di quanto il risultato non faccia immaginare. Una prima frazione scarica, con poche occasioni e un ottimo Pescara dal punto di vista tattico hanno infatti limitato la truppa di Sarri. Nella ripresa invece il gol di Tonelli ha fatto da apripista per il tris partenopeo. Nel post gara ai microfoni di Mediaset Premium ha parlato il tecnico napoletano, Maurizio Sarri: “Sofferenza zero, il Pescara ha tirato solo una volta in porta. Nel primo tempo non siamo riusciti ad essere pericolosi come al solito, anche per merito loro. Era palese che stavano facendo una gara di grande dispendio di energie, era prevedibile che nell’ultima mezz’ora avrebbero mollato. Questo non succede solo a noi, è normale che si possa avere difficoltà nel sbloccare queste gara. Dopo la rete abbiamo fatto 40’ di grande livello, creando tantissimo. Mi fa arrabbiare il rigore finale, in una gara in cui dimostri di poter difendere con grande facilità è un peccato prendere quel gol.”

Su Maradona

Sarri ha detto su Maradona: “Non è che io e Maradona ci dividiamo la città. Lui è il re assolto di Napoli. Come dissi in conferenza, lui dovrebbe avere le chiavi di città, comune, centro sportivo. E’ l’emblema di una società e di una città. Se avessi la fortuna di incontrarlo per me sarebbe emozionante.”

Il tecnico azzurro ha detto la sua anche sulla Juventus: “A me della Juventus non interessa. E’ una squadra che vince da tanti anni e ha uno zoccolo duro e una mentalià. Ha la capacità di vincere anche le partite in cui non da spettacolo. E’ la società più forte d’Italia e una delle migliori d’Europa. E’ normale che abbiano qualcosa più di tutti.”

Sarri ha poi concluso sulle scelte tecniche: “Pavoletti? La partita mi ha portato su altre scelte. A Firenze e con la Samp abbiamo fatto spezzoni di gara con due punte. Giocare con 4 attaccanti e Zielinski e Hamsik a centrocampo non si può fare per 100 minuti. Nell’intervallo ho detto che dovevamo muovere la palla più velocemente e di attaccare di più la porta con ritmi alti. “

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