IL LEADER – Mertens, da falso nove a vero dieci

Mertens
Mertens © Getty Images

 

In principio fu falso nueve, prima punta d’emergenza per tamponare al crack del crociato di Milik. Oggi bomber cinico, puntuale, spettacolare. E sopratutto amato dalle folle: Dries Mertens detto “Ciro”, nomignolo cucitogli addosso dagli amici Pepe e Gonzalo. Si, proprio da quel Higuain che il belga ha ora messo nel mirino nella scalata dei top scorer: 12 perle collezionate in campionato – tutte realizzate all’interno dell’area dei rigore – sulla scìa di gente come Icardi, Dzeko, Belotti.
Ma dall’emergenza attaccanti, dopo l’acquisto di Leonardo Pavoletti e il recupero-lampo di Milik, lì davanti si inizia a profilare un’inedita abbondanza: con Gabbiadini, al momento ancora in organico, si possono considerare 6 nomi per tre maglie disponibili.
E tenuto conto che la corsia di destra dell’attacco è praticamente di proprietà di Callejon, è proprio l’exploit di Mertens nella posizione di punta centrale che “rischia” di rovinare il sonno a mister Sarri.
A questo punto la domanda che inevitabilmente viene spontanea è facile da intuire: fermo restando il 4-3-3, un modulo che offre garanzie di movimenti collaudati e funzionali alle caratteristiche dell’organico a disposizione, sarà a questo punto naturale tornare allo schieramento con una punta centrare “fisica” che sia boa per i due esterni, faccia salire la squadra tenendo palla e dia anche un notevole contributo realizzativo?

UN MILIK ALL’ORIZZONTE

Il Milik visto prima dell’infortunio rappresenta la soluzione perfetta per questo scopo, tant’è che il polacco è stato l’unico tra i nuovi acquisti ad essere utilizzato immediatamente. Nessun periodo di adattamento a scaldare panchine, nessun training per la comprensione degli schemi. Ed anche l’investimento di Pavoletti fa presagire che le strategie del tecnico siano orientate verso quel tipo di assetto.
E Mertens? Sarà nuovamente dirottato sul suo lato naturale, lontano dall’odore della porta e magari anche con compiti di copertura – a lui poco adatti – che spesso sono stati il vero motivo per cui gli è stato preferito Insigne?  Ipotizzare un 4-2-4 con Milik e Mertens ad occupare costantemente gli spazi in area, con Insigne (Zielinski) e Callejon bassi in fase passiva, è lesa maestà al credo sarriano?
Dubbi che saranno dipanati anche dal diretto interessato con solita scorciatoia: dipenderà dall’avversario, dal modulo, dalla tipologia di difensori che gli azzurri avranno di fronte. Considerazione che non fa una grinza, se non fosse che il talento del belga rappresenta la vera, preziosissima ed inaspettata novità stagionale. Qualità finora sconosciute anche allo stesso Mertens, certamente consapevole delle proprie potenzialità ma forse mai prima d’ora innestato in un impianto di gioco che ne esaltasse le qualità realizzative nei diciotto metri: esplosività, tecnica, estro e fiuto del gol. Capace in alcuni momenti anche di tenere palla e far salire la squadra.
Niente male per un falso nueve. Che inizia a somigliare a un vero dieci.

 

di Marcello Mastice ( Twitter: @marcellomastice)

 

 

 

 

 

 

 

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