Gabbiadini: “Con Sarri niente scintilla ed io preferisco chi parla in faccia”

Gabbiadini – Getty Images

“Considero Sarri uno dei migliori allenatori in assoluto con i quali ho lavorato, ma con lui non è mai scoccata la scintilla. Per me la sincerità e i rapporti umani vengono prima di qualsiasi altra cosa. Mi piacciono le persone che ti dicono le cose in faccia. Per me è una regola di vita fondamentale: vale non solo nel calcio, ma anche nella sfera privata”. Così Manolo Gabbiadini ha commentato, in una lunga intervista sulle pagine dell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”,  il suo rapporto con Maurizio Sarri; uscendo dal parziale silenzio post trasferimento al Southampton. L’attaccante ha poi continuato, dichiarando: “La mia esperienza a Napoli va divisa in due momenti. I primi 6 mesi con Benitez le cose funzionarono bene. Il gruppo era davvero unito. Benitez fece una scelta coraggiosa, ma importante: applicava in modo scientifico il turnover. Tra campionato e coppe varie, si giocava ogni tre giorni e c’era spazio per tutti. Le cose sono cambiate con l’arrivo di Sarri. Lui ha scelto d’intraprendere un’altra strada: punta sempre sugli stessi. Gli altri devono fare anticamera. C’è una linea ben marcata tra titolari e riserve. È una politica anche questa, ma è chiaro che chi resta fuori alla lunga non può essere contento. Non considero la mia avventura in azzurro un fallimento, perché quando hai segnato 25 gol nelle mie condizioni sei in pace con la tua coscienza. Sul piano umano Napoli mi ha arricchito. Ho conosciuto una splendida città e mi sono creato rapporti di amicizia che resteranno nel tempo. Napoli mi ha lasciato qualcosa d’importante”.

Gabbiadini ha poi commentato il suo impatto con la Premier League: “Ottimo e non solo per i gol. Ho trovato un gruppo molto giovane e un allenatore in gamba. Vivo ancora in albergo, ma presto mi trasferirò in una casa. Southampton può veramente rappresentare una svolta decisiva per la mia carriera. L’allenatore Pouel mi ha chiesto di giocare da centravanti puro, di puntare sempre il primo palo. Il gol dell’1-2 contro lo United, quello sul cross di Ward-Prowse, è figlio di questa logica”. 

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