EFFETTO MILIK – Il Napoli ha un problema di coagulazione (e la ferita quest’anno è Ghoulam)

House
House e Wilson © Getty Images

 

Perdonate il parallelo medico: sto (ri)guardando il dottor House e quindi ora sono nel mood del caustico diagnosta col bastone. Lupus, sarcoidosi, malattia di Wegener. Ad ogni puntata gli assistenti agli ordini di Hugh Laurie sparano queste malattie assurde almeno quanto rare, e poi puntualmente sono malattie ancora più assurde e ancora più rare, tutte inspiegabilmente concentrate in una piccola cittadina del New Jersey. Va be’, in fondo le serie TV sono evasione dalla realtà, soprattutto quando la situazione nel mondo reale è buia ed angosciante. E purtroppo, grazie ai soliti catastrofisti dello zero a zero (è proprio il caso di dirlo), ultimamente a Napoli non ce la passiamo benissimo, pur essendo secondi in classifica ad un punto dal primo posto. Quello che potrebbe benissimo diventare il miglior Napoli della storia messo sotto processo per due pareggi e un paio di sconfitte. Capite a cosa siamo (siete) arrivati?

 

Ghoulam infortunio
Ghoulam a Villa Stuart dopo l’infortunio

Insomma, per non divagare ancora, torniamo alla divagazione House. Spesso e volentieri dietro quei ricoveri improvvisi c’è una malattia rara, della serie 20 casi acclarati al mondo, ma molte altre volte capita che sia qualcosa di molto più elementare. Tipo quando trovano uno stuzzicadenti nell’intestino di un ragazzo rom per il quale si era pensato di tutto (compresa la Wegener, of course). Ecco, secondo me il Napoli di questi tempi è un caso del genere. I risultati e il gioco attuale sono lo specchio di qualcosa che non va, il segno che una registrata di sicuro va data. Processi ed esami medici per capire che cosa non va. La sarrite, la giuntolite, la aurelite: queste i medici di base le sparano di default. Spoiler alert: alla fine sarà una “semplice” emofilia, ovvero la malattia che condiziona la coagulazione del sangue. Così accade che ad ogni ferita importante il sangue sgorga a fiumi, un’emorragia che a risolverla ci vuole un po’ di tempo in più. L’origine di questo difetto congenito è paradossalmente anche il principale pregio congenito del Napoli: un gioco così codificato e “a memoria” che pagherà lo scotto ogni volta che verrà meno una pedina-chiave. Accadde l’anno scorso con Milik, è accaduto quest’anno con Ghoulam. Nella grafica a supporto vediamo come i problemi di Sarri e del suo gruppo terribile sono iniziati proprio in concomitanza con l’infortunio dell’algerino, una delle pietre angolari dell’impalcatura tattica sarriana. E no, non da questa stagione in cui ha segnato due gol: Ghoulam è sempre stato un elemento imprescindibile della squadra, il segreto nascosto di quella famosa catena di sinistra che in tanti hanno “scoperto” quest’anno. Anzi, prima del settembre-ottobre devastante di Faouzi in tanti avevano diagnosticato la faouzite, identificando nel terzino sinistro il punto debole della squadra. Strano però, di solito ci beccate sempre…

 

Il Napoli dopo l’infortunio di Milik e quello dopo il ko di Ghoulam

 

Nella scorsa stagione, peraltro, il decorso della malattia fu parecchio travagliato, con quel famoso “ottobre nero” che è stato all’origine del terzo posto finale. Quest’anno, a occhio, sta andando anche molto meglio: i risultati sono meno sanguinosi e la ferita sembra star cicatrizzando molto prima. E la classifica è molto meno ingrata, col Napoli secondo ad un punto dal primo e nessuna squadra indiziata per “ammazzare” il campionato. È una speranza, una possibilità concreta, insomma ci sono motivi più che fondati per pensare che lo strombazzato “caso” Napoli sia soltanto un disturbo momentaneo, che come lo scorso anno si risolverà da solo non appena la ferita si sarà cicatrizzata, con conseguente ripartenza di slancio. Ricordate il 3-0 all’Inter, lo 0-5 di Cagliari e il 5-3 al Torino? Ecco. La terapia è molto elementare. Riposo (dalle critiche) e aspettare con pazienza che la squadra sviluppi autonomamente gli anticorpi giusti, sperando di arrivare a gennaio in una situazione di classifica analoga a quella attuale. Tutt’altro che tragica, checché ne dicano i becchini pronti a mettere un cartellino sull’alluce di questo gruppo straordinario.

P.S. Messaggio a tutti i non-becchini che si sono lasciati trascinare nel clima funereo prodotto dai soliti noti e che adesso chiedono a Sarri (che non è infallibile, ci mancherebbe) di snaturare la squadra che finora ha fatto così bene: mettetevi l’anima in pace, nel bene e nel male questa è la situazione. O vi piace (e vi piace…) e ve lo tenete così, oppure desiderate un altro Napoli, magari non “ammalato”, ma neppure così sensazionale. Entrambe è impossibile: sarebbe come chiedere a House di essere un genio senza essere un misantropo sociopatico. E se non vi sta bene… guardate Un Medico in Famiglia!

di Antonio Papa (Facebook @ntoniopa)

 

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