Elezioni 4 marzo: come votare e quali errori evitare

 

COME VOTARE 4 MARZO ELEZIONI / Come votare per le elezioni politiche del 4 marzo? E’ questa la domanda che in molti si stanno ponendo in questi giorni. La nuova legge elettorale avrebbe dovuto avvicinare gli elettori alle urne, ma la confusione regna sovrana. Al di là di chi voterete, dal PD al Movimento 5 Stelle, ecco come affrontare il Rosatellum.

L’elettore avrà la possibilità di esprimersi in quattro modalità:

– E’ possibile tracciare una ‘X’ sul nome del candidato al collegio uninominale e un segno sul contrassegno della lista.

– E’ possibile tracciare una ‘X’ solo sul nome del candidato. Il voto sarà comunque valido per la lista inerente. Qualora ci siano più liste inserite nella coalizione, il voto sarà ripartito tra questi.

– E’ possibile tracciare una ‘X’ sul contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale.

– E’ possibile tracciare una ‘X’ sul contrassegno e uno sulla lista dei candidati nel collegio plurinominale della stessa lista. Non è possibile però esprimere una preferenza per un singolo candidato della lista proporzionale.

Elezioni politiche: errori che possono invalidare il voto

E’ purtroppo molto semplice commettere errori che possano rendere nullo il voto alle urne. Per questo motivo è necessario ricordare di non apporre più di due segni sulla scheda elettorale. Questo infatti la renderebbe nulla.

A questo errore occorre aggiungerne un secondo. E’ necessario ricordare che non sarà possibile apporre un segno sul rettangolo del nominativo del candidato uninominale e un segno sul rettangolo contenente il simbolo della lista di un candidato non collegato. In questo caso si parlerebbe di voto disgiunto, non previsto per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

Calcio e politica, da Rivera a Weah: i calciatori candidati

Calcio e politica sono due campi tanto distanti sulla carta quanto vicini nella pratica. La grande popolarità ottenuta sul campo rappresenta la spinta ideale per garantirsi una carriera in politica. L’ultimo esempio vincente è rappresentato dall’ex Milan Weah, eletto presidente della Liberia.

Dando uno sguardo al panorama italiano occorre citare Gianni Rivera, eletto in 4 legislature alla Camera dei deputati e, dal 2005 al 2009, presso il Parlamento europeo. E’ stato inoltre sottosegretario alla difesa nei governi Prodi, D’Alema e Amato.

Nel 2010 Romario si è candidato in Parlamento, eletto come deputato tra le fila del Partito Socialista Brasiliano. Nuova candidatura nel 2014, quando venne eletto senatore. Restando in ambito brasiliano, anche Bebeto si candidò nel 2010, eletto con il Partito Democratico Laburista. Lunga carriera politica anche per l’ex Milan Kaladze, che ha ricoperto il ruolo di ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali, e in seguito vicepremier. Attualmente punta a diventare sindaco della capitale della Georgia, Tbilisi. Non tutte le candidature però hanno avuto un lieto fine, come nel caso di Shevchenko, che ha aderito al partito Ucraina – Avanti!, che non ottenne però abbastanza voti per entrare in Parlamento.

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