Serie A, incomprensioni tra Governo e Figc: è muro contro muro

Le richieste del Cts e del Governo alla Figc, in merito alle modifiche del protocollo, sono molto rigide e rischiano di compromettere la ripresa della Serie A 

medici sportivi contrari alla ripresa degli allenamenti della serie a
Spadafora e Gravina (Getty Images)

Era prevedibile, alla fine si è arrivati al muro contro muro. Le condizioni dettate dal Governo per la possibile ripartenza del calcio sono irrealistiche, troppo rischiose per provare ad avviare nuovamente tutta la macchina organizzativa. Quarantena di tutta la squadra in caso di Covid positivo vuol dire sospendere automaticamente il campionato per 15 giorni ogni volta che verrà contagiato un solo membro di un solo gruppo squadra delle 20 squadre di Serie A, e questa è ovviamente un’eventualità troppo probabile perché non possa verificarsi. E infatti si sono già ribellati i medici delle società e anche la commissione Figc ha fatto capire che così è impossibile ripartire. Giuseppe Capua, membro della commissione medica della Figc, ha commentato così ai microfoni di Sportmediaset: “Il Cts sta mettendo il bastone fra le ruote. Il modello utilizzato in Germania è assolutamente percorribile”. Poi, ha utilizzato toni meno aggressivi qualche ora dopo: “Non intendevo che il Comitato ostacolasse il nostro lavoro. Auspico solo collaborazione tra gli organi”.

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Serie A stipendi
Il pallone della Serie A (Getty Images)

La sensazione, sempre più tangibile, è che l’esecutivo e il suo comitato tecnico scientifico vogliano decidere senza decidere, per sgravarsi dalle responsabilità di un eventuale No alla ripresa. Il Ministro Spadafora ha rimandato per l’ennesima volta la decisione e forse tra una settimana sapremo il destino del campionato. Resta il muro contro muro tra Governo e Figc, e la sensazione è che manchi collaborazione per far ripartire almeno la Serie A.

Intanto, i presidenti sono sul piede di guerra. Aurelio De Laurentiis guida i “falchi” della Lega Calcio e ha deciso per una linea dura, con una causa a Palazzo Chigi, una richiesta di rispettare diritti tv a Sky e un ricorso per la mancata promozione del Bari se la serie C dovesse chiudersi con la classifica cristallizzata.

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