@NCLIVE – Vader: “Vi racconto De Guzman, l’ho scoperto io. A Napoli esploderà”

 

Col sorriso da bravo ragazzo e l’allegria giamaicana che ha nel sangue, Jonathan de Guzman è a Napoli da soli tre giorni ma ha già conquistato la curiosità e la fiducia della sua nuova piazza. I suoi profili social (Facebook, Twitter, Instagram) già mostrano perfettamente l’entusiasmo del centrocampista per l’avventura che si accingerà ad affrontare. Tuttavia il suo cammino calcistico non è sempre stato tutto rose e fiori, al punto che spesso ha cambiato aria, per insofferenza più che per scelta. Napoli è la sua grande chance, che affronterà nel segno di un riscatto che a quasi 27 anni è d’obbligo. A raccontare a Napolicalciolive.com le fasi salienti della carriera calcistica dell’ultimo colpo del calciomercato Napoli è Gido Vader, addetto stampa del Feyenoord quando il centrocampista vi approdò ed attuale responsabile delle comunicazioni internazionali del club olandese.

 

La carriera di Jonathan de Guzman comincia all’età di dodici anni, nel vostro club. Cosa ricorda del suo approdo al Feyenoord?

Jonathan ci era stato consigliato da un contatto che avevamo in Canada. Decidemmo di portarlo con noi, ma all’epoca era davvero molto giovane, quindi non ci fu bisogno di comprarlo. Trascorse i primi periodi nel settore giovanile. Fece davvero molto bene ed imparò presto la lingua, per cui i suoi passi avanti furono costanti fino al passaggio in prima squadra.

Cosa vi impressionò maggiormente di lui?

Jonathan è un calciatore molto completo: sa fare praticamente tutto. Inoltre ha un modo di lavorare costante ed a ritmi elevati, oltre ad un’ottima mentalità. Il suo piede destro è fantastico, e sembra che abbia quasi due paia di gambe! Quello che però senza dubbio ci ha colpito maggiormente è stata la sua capacità di adattarsi ad un cambiamento di vita così radicale: quando si è trasferito lontano dal suo paese era poco più che un bambino. Inoltre ci ha colpito molto anche nel modo di reagire dopo aver subito l’intervento al ginocchio a causa dell’infortunio.

Quale fattore vi ha fatto capire che era pronto per passare dalle giovanili alla prima squadra?

Capire che era pronto non fu difficile: Jonathan è sempre stato uno dei migliori giocatori delle nostre giovanili, ma a causa di normative internazionali (a quel tempo aveva ancora il passaporto canadese) non avrebbe potuto debuttare prima dei 18 anni. Ma era già stato individuato e scelto come tra i migliori talenti dei Paesi Bassi. Aspettammo solo la maggiore età: appena compì gli anni il tecnico Erwin Koeman lo portò a giocare in prima squadra.

Come descriverebbe caratterialmente il giocatore?

Jonathan è un ragazzo molto disciplinato. Ha la mentalità vincente tipica dei nordamericani: sa sempre quello che vuole. Al Feyenoord ha sempre mostrato una condotta esemplare. E’ un vero professionista. Fuori dal campo giocato, è una persona veramente carina e piacevole, un buon amico ed un ottimo padre per i suoi figli.

Ricorda qualche episodio in particolare che lo possa descrivere come ragazzo?

Niente di meglio di quando ha risposto alle critiche. C’è stato un periodo durante il quale ne ha ricevute diverse ed è stato relegato alla panchina. Lui ha reagito nel modo giusto: dalla panchina è entrato in campo ed ha segnato il goal della vittoria: una splendida punizione, uno dei suoi cavalli di battaglia.

Come giudica il suo arrivo al Napoli? Sarà il suo salto di qualità o la pressione della piazza potrebbe disturbarlo?

Io penso che la carriera di Jonathan sia stata un’ascesa graduale. Il Napoli è un grande club, con una città che vive per la squadra, ma lo stesso vale per il Feyenoord. Jonathan oramai è grande ed abbastanza saggio per poter raggiungere il successo, ed io credo che è proprio ciò che accadrà da voi.

 

di Sabrina Uccello (Twitter: @SabriUccello)

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