PAPALE PAPALE – Obiettivo gennaio, obiettivo terzino: dopo il vice-Milik l’urgenza è sulle fasce

Papale Papale by Stefano Tomassetti
Papale Papale by Stefano Tomassetti

 

E va bene, abbiate pazienza, questo è un altro stupido pezzo di mercato. Capirai: di che vogliamo parlare in queste tristi domeniche senza Napoli e senza campionato? Davvero vogliamo star qui a sviscerare la mezz’ora di Insigne contro il Liechtenstein o la sfida ChirichesZielinski di Bucarest? No, ovviamente no. Uscite, andate al bar e troverete i soliti amici che parlano di calcio e inevitabilmente, in assenza di partite e problematiche non ancora sviscerate, si butteranno sul mercato Napoli. Naturalmente il centravanti va per la maggiore, a ruota viene l’allenatore per il prossimo anno, vista la voce (fondata) che vuole Sarri all’arrivederci-e-grazie il 28 maggio. Poi si parlerà del mancato impiego di Rog, oggetto misterioso e oggetto di chiacchiere che neppure Mazzola quando giocava Rivera o viceversa. Si parla, si riparla e si straparla, ma in pochi toccano quello che invece sarà uno degli argomenti chiave, una volta arrivati a gennaio. Il terzino, o i terzini. Un puzzle difficile da comporre che terrà occupato Giuntoli ben più del possibile arrivo di Pavoletti. Sì, ok, esponiamoci e giochiamo un po’: il vice-Milik – salvo intoppi imprevisti – sarà Pavoletti, ma il terzino chi sarà?

MAGGIO, STRINIC E I TITOLARI: FASCE DA SFASCIARE (E POI RICOSTRUIRE)

Uno, forse addirittura due innesti. Le linee laterali stanno dando qualche problemino e qualche altro lo paleseranno di sicuro a gennaio, quando Faouzi Ghoulam tornerà nella sua Algeria per poi volare in Gabon, dove si terrà la Coppa d’Africa 2017. Il discorso è annoso: lì a sinistra la riserva ce l’abbiamo e non è neppure tanto male. E’ croato, si chiama Ivan Strinic e quando scende in campo difficilmente demerita, sebbene ormai calchi il terreno di gioco con sempre meno frequenza. Strinic è uno dei desaparecidos di Sarri, che quando non punta su un calciatore non ne fa troppo mistero. A quel punto perché tenerlo per annichilirlo, visto che un po’ di mercato ce l’ha? Solo nel caso di un’eventuale cessione del ‘Dawson di Spalato‘ si cercherebbero due innesti. Altrimenti con tutta probabilità il rinforzo sarà uno solo, ma proponibile per entrambe le fasce. Difficile che vada via anche Maggio, postosi ormai come bandiera della squadra e capitano ‘da spogliatoio’. A meno di esigenze di lista il terzino vicentino resterà in rosa a fare il ‘quarto uomo’, puntando poi a un ruolo istituzionale a fine carriera.

WIDMER, VRSALJKO E GLI ALTRI: I NOMI PER RISOLVERE IL PROBLEMA TERZINO

E allora via al valzer delle figurine in quello che sarà il casting azzurro nel mercato di riparazione. Il nome più succoso è sicuramente quello di Sime Vrsaljko (classe ’92): scippato dall’Atletico Madrid a un corteggiamento del Napoli quest’estate, ora il giovane esterno croato può tornare in auge visti i problemi affrontati in Spagna. C’è da vincere principalmente il nodo dell’orgoglio: come si relazioneranno i tifosi con un calciatore che ha platealmente rifiutato Napoli pochi mesi fa? Chi invece sembra sempre ad un passo (e piuttosto interessato) è Sylvain Widmer (’93). Più giovane di un anno, ancora in Italia, polivalente e buono per entrambe le corsie. Ma l’Udinese è bottega carissima ed è difficile che si privi del calciatore prima della prossima estate. Meno duttile Mimmo Criscito (’86), che peraltro vorrebbe un ingaggio ben più alto e difficilmente potrebbe giocare anche a destra, dove effettivamente un altro puntello servirebbe come il pane. A proposito di ingaggi alti, anche quello di Matteo Darmian (’89) non sarebbe propriamente in linea con gli standard partenopei, quindi appare difficile sia lui il prescelto, anche perché lo corteggia mezza serie A. Più interessanti i prospetti Toljan (’94) dell’Hoffenheim e Karsdorp (’95) del Feyenoord, che potrebbe giocare anche a centrocampo. Quest’ultimo, poi, vista l’età non andrebbe neppure ad occupare un altro posto in lista, ed è sempre un bene vista la situazione. La strada, come detto, sembra essere questa: un solo innesto, ma utile per interpretare più ruoli. Aspettando gennaio, quando finalmente si parlerà meno e si faranno più fatti… almeno speriamo!

di Antonio Papa (Twitter: @antoniopapapapa)

 

 

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