#AMENTEFREDDA – (Qua)Dries Mertens Show

Napoli-Torino
Napoli-Torino © Getty Images

 

La moglie, la bella Kate, anche lei napoletana da un pezzo, comincia a preoccuparsi; ci sarà spazio in casa per questa raccolta di palloni? Ma Dries non vuole saperne; problemi futili per uno come lui, che non si ferma più. Dopo i tre gol di Cagliari, col Torino ne mette altri quattro; 7 gol in 7 giorni, ma aggiungiamoci anche quello con il Benfica a Lisbona per fare la differenza.
In totale sono 8 le reti consecutive nelle ultime tre uscite, un bottino incredibile se poi allarghiamo il discorso a tutta la stagione; già 10 gol in campionato, 14 in stagione, la migliore dal punto di vista realizzativo da cui è a Napoli, ovviamente.
Ma i numeri non bastano a spiegare quel che Dries, anzi ‘QuaDries’ da ieri per gli amici, è per Napoli ed il Napoli in questo momento; l’uomo ovunque, il fattore decisivo, capace di trasformare in oro quasi ogni pallone che tocca.
L’ennesima dimostrazione è arrivata ieri, perché in quattro gol diversi ha saputo abbracciare ogni aspetto di un calciatore: prima segna da rapace, poi con freddezza su rigore, quindi da funambolo, con tanto di slalom in area. Il vero gioiello arriva nella ripresa quando dipinge un pallonetto che lascia il San Paolo a bocca aperta.

DRIESHOW

Nel frattempo, a Napoli si gioca e non solo con Mertens. Il Torino si fa azzannare subito dal belga e in mezz’ora è già sotto per tre volte. Difficile reagire così, difficile per i ragazzi di Mihajlovic guardare in faccia ad un Napoli che non lascia un possesso e nemmeno un po’ d’aria ai granata.
L’avvio è da incubo e le armi per rientrar ein partita neanche sembrano funzionare; ma il gol di Belotti all’ora di gioco sposta un po’ l’inerzia e, grazie anche al solito rallentamento dei padroni di casa, gli avversari riescono comunque a farne 3 di gol. Dall’altra parte, però, al festival del gol si aggiunge anche Vlad Chiriches: Sarri lo preferisce a Maksimovic e lui lo ripaga così, dedicando il gol al figlio da poco arrivato.
È una gara strana, che vive di fiammate da una parte e dall’altra, ma che sa incanalarsi sul viale azzurro sempre grazie alle giocate del belga col numero 14 sulle spalle.
Sarri, però, non è contento e non fa nulla per nasconderlo: i tre gol subiti hanno un peso specifico importante, non sulla classifica o sull’esito della gara, ma sulla mentalità di un gruppo che proprio non ci riesce a non complicarsi la vita. Nonostante i cambi (entrano Allan e Diawara per dare ossigeno alla metà campo), il Napoli affanna e la risolve con la forza dei singoli. Il parziale della ripresa dice 2-3 Toro e Sarri non riesce proprio a mandarla giù.

CON LA FIORENTINA SI CHIUDE IL 2016

Ma la classifica è lì a dare ragione a questa squadra, l’unica del campionato italiano a non aver perso neanche una volta nelle ultime 5 uscite: 4 successi ed un pari, lo sfortunato 1-1 con il Sassuolo del San Paolo. Il Napoli ha fatto più punti di tutti (13, uno in più anche della Juve), ma per il momento deve accontentarsi della terza piazza; Milan scavalcato e Roma ad una sola lunghezza di distanza.
Ha ragione Sarri quando dice che Madrid ed il Real sono in un universo ancora lontanissimo, perché sa bene che chiudere al massimo questo 2016 a Firenze non sarà cosa facile.
Questo Napoli può farlo, ha nelle corde una buona partita, ma non deve perdere la testa e rischiare di concedere troppo ad un avversario scomodo come sarà la Viola, come ieri è stato il Torino.
A mancare, oramai, non è più l’attaccante (Gabbiadini mestamente in panchina per tutti i 90 minuti di gioco), ma la capacità della squadra di fare l’ultimo passo per diventare grandi: la sicurezza nei propri mezzi.
Acquistarla non sarà facile, ma la trasferta del Franchi potrà dire molto per tutti quelli che ancora si chiedono come sarà il 2017 di Hamsik e compagni.

 

 

A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

 

 

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