PAPALE PAPALE – Cinque motivi per cui il Napoli può fare l’impresa (nei 180 minuti)

 

 

Già, non dimentichiamo mai che questa partita dura 180 minuti, eventuali supplementari esclusi. Quindi piano con le esaltazioni se stasera dovesse andar bene e piano coi de profundis se dovesse andar male. Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni, diceva qualcuno, e il primo ciclo di sonno per poter riuscire almeno a sognare è di tre ore, non di un’ora e mezza. Niente, neanche con un po’ di sano cazzeggio si allenta, ‘sta stramaledetta tensione. Forse è meglio tornare (semi)seri e farsi qualche domanda, chiedersi perché siamo qui e rispondersi che se siamo qui ci sarà un motivo, così come ci sarà un motivo per poter andare avanti, e a tratti sembrano crederci più loro che noi, che possiamo fare il colpaccio. Almeno quelli prudenti, visto che la maggior parte di loro hanno già preparato il cestino da pic-nic per la gita a Napoli. E questo è uno dei motivi per cui, incredibile – per voi – ma vero, possiamo passare il turno. Ma adesso non divaghiamo e andiamo con ordine. Ci sono mille motivi per fallire, ma ce n’è anche qualcuno per farcela. Pensiamo a quelli, che è meglio. Eccoli qui.

 

PERCHE’ SI SENTONO STOCA…SEMIRO – Appunto, come dicevamo, c’è qualche madrileno che ci teme perché ha avuto la buona idea di guardarsi qualche partita di Serie A. Ma la maggior parte di loro ci considerano alla stregua del Dnipro, ovvero una squadra minore di un campionato minore che si sta facendo strada fra le medio-piccole ma con le più grandi deve ancora studiare assai. E noi sappiamo bene cosa succede quando consideri il Dnipro come il Dnipro. Ci sottovaluteranno, guardia bassa e cazzottoni. Noi siamo agili e sguscianti, ed è lì che dobbiamo fargli male.

 

PERCHE’ SIAMO (MOLTO) PIU’ IN FORMA – E in fiducia. Voi l’avete visto il ruolino del Napoli da inizio dicembre a questa parte? Ecco, nel frattempo Zidane è uscito dalla Copa del Rey e ha perso pure qualche gara in campionato, mentre Sarri è in corsa su tre fronti e non a caso, visto “come” sta vincendo. I freddi numeri non bastano, ma già dicono qualcosa: dal 2 dicembre ad oggi 11 vittorie, 2 pareggi e 0 sconfitte, 38 gol fatti e 13 subiti. Meanwhile in Madrid: 7 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte, 33 fatti e 18 subiti. Parliamo di due mesi e mezzo, un parziale non proprio ininfluente. Magari non proprio favoriti, ma un pizzico di credito lo merita anche il Napoli. E forse è meglio che ce lo diano dopo…

 

PERCHE’ CI SIAMO GIA’ IMBUCATI ALLA GRANDE – Chi ha comprato i biglietti per i settori più disparati, chi si è improvvisato socio merengue pur di entrare, chi già vive lì e se la guarda coi madrileni, chi in un modo o nell’altro troverà il pertugio per infilarsi. Potete giurarci: stasera ci saranno più tifosi azzurri nel resto dello stadio che non nel settore ospiti, e il vocione napoletano si sentirà distintamente da ogni angolo remoto del Bernabeu. Per loro sarà una brutta sorpresa, per noi un’ulteriore spinta per far bene come fossimo a casa. Abbiamo saltato il fossato, ora espugniamo il castello. Hai detto niente.

 

PERCHE’ ABBIAMO LA CARADURA – Ovvero la faccia tosta. L’ha detto mister Sarri nella conferenza stampa di ieri, una conferenza che rasenta la perfezione in quanto a dichiarazione di intenti, alla faccia di chi dice sia un pessimo comunicatore. Faccia tosta e sfrontatezza, personalità e freschezza. Esattamente com’è il Napoli. Senza giacca e cravatta ma con la t-shirt, le sneakers e la sicurezza dei propri mezzi. Fidatevi di un cretino: chi nasce tondo non può diventare quadrato e se solo ci prova il risultato è tra il ridicolo e il patetico. E inevitabilmente se ne torna a casa con una mano avanti e una indietro. Sarri lo sa fin troppo bene: l’unico modo che ha il Napoli per fare il colpaccio è giocare come sa, senza snaturarsi. Nella peggiore delle ipotesi tornerà a casa a testa alta e con la coscienza a posto. E nessuno si azzardi a dire il contrario.

 

PERCHE’ LORO I BAJITOS LI SOFFRONO DA MORIRE – Ok, nel giorno della (probabile) fine del Barcellona dei nanetti non è il caso di mettersi a parlare di tiqui-taca, però il paragone non è folle, seppur irriverente. E’ vero, il centrocampo blanco ha dei palleggiatori sopraffini e lì davanti c’è tanta tecnica, ma sulla bilancia la fisicità ha la meglio e in un certo senso è quella la cifra stilistica del Real. Negli anni in cui il Barcellona era il Barcellona, l’atteggiamento e la filosofia erano simili (simili, non bestemmiamo) a quelli che ha ora il Napoli di Sarri, e in quel periodo Ronaldo e compagni hanno vinto davvero poco. Eresia? Ne parliamo l’8 marzo, festa della donna ma soprattutto day-after della sfida decisiva. Che, a costo di sembrare ripetitivi, non è quella dell’andata ma quella del ritorno.

 

Insomma, calma e sangue freddo. Guai a commettere l’errore inverso, ovvero essere noi a sottovalutare loro. Il Real Madrid è una signora squadra, è la Juve d’Europa, e ci siamo già capiti. Hanno la vittoria nel DNA e quando non sono loro a cercarla è lei ad andare da loro. Fare risultato a Madrid sarebbe un’impresa, ma l’impresa vera sarebbe passare il turno. Non è la prima volta e non sarà neanche l’ultima: la storia è piena di minuscoli Davide che fanno male ad enormi Golia, ed erano Davide anche molto più piccoli del Napoli di adesso. Che non sarà il Real Madrid, non sarà il Barcellona e non sarà neppure la Juve, ma ha una sua precisa identità e un suo preciso modo di intendere il calcio. Se è il modo giusto o solo un’estemporanea ventata d’aria fresca ce lo diranno i posteri, nel frattempo questa è una di quelle serate che in un modo o nell’altro segneranno il destino di questo splendido gruppo. Una squadra bella come il Napoli resta nella memoria di chi vive, finché vive, ma una squadra bella come il Napoli che riesce pure a vincere resta nella Storia, che spesso è l’anticamera della Leggenda. Forza Napoli, facci sognare.

 

di Antonio Papa (Facebook: @ntoniopa)

 

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