L’IMMORTALE – Maggio insostituibile come Reina nello spogliatoio del Napoli

Christian Maggio con la fascia da capitano del Napoli © Getty Images
Christian Maggio © Getty Images

E’ un Christian Maggio apparso molto a suo agio e di ottimo umore quello che ieri sera ha guidato il drappello di giocatori del Napoli nel loro incontro pubblico con i tifosi in piazza a Dimaro. L’esterno vicentino, da ormai 10 anni in maglia azzurra, ha vissuto tutti i passati ritiri estivi del club partenopeo nella località trentina, anche se adesso non riveste un ruolo di primo piano all’interno delle news Napoli e dello scacchiere tattico azzurro. Ciò nonostante, Maggio è indubbiamente uno dei senatori della rosa azzurra e detiene una importanza nello spogliatoio al pari di Marek Hamsik e Pepe Reina, del quale lui stesso tesse le lodi e che reputa fondamentale per i successi del Napoli: “Pepe è un grande calciatore ed un grande uomo, se c’è un problema tutti si rivolgono a lui. E’ davvero la figura ideale che fa bene al gruppo e che ogni squadra vorrebbe avere con se”. Ma lo stesso discorso vale per il numero 11 partenopeo,  che ha saputo ritagliarsi sempre il suo spazio anche dopo essere finito più defilato nelle scelte dei vari allenatori che si sono susseguiti sulla panchina del Napoli.

Napoli, Maggio importante quanto Reina per il bene del gruppo

Chiaro che se dovesse presentarsi una occasione in grado di consentirgli di poter trovare maggiore continuità, Maggio la prenderebbe in considerazione, ma il giocatore non pensa al futuro, che comunque al momento vede a Napoli, “una città che mi ha accolto ormai dieci anni fa e nella quale io e la mia famiglia ci troviamo benissimo. A ciò che sarà vedremo poi, il mio pensiero è soltanto per il presente e per la maglia azzurra”. Con queste motivazioni vale lo stesso discorso che può essere fatto per Reina: ad un elemento esperto e ‘saggio’ come il 35enne laterale veneto non si può rinunciare a cuor leggero, ed il discorso è sempre da correlare al bene dello spogliatoio ed alla sua coesione. Perché si vince sia in campo che al di fuori con certi uomini.

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