Napoli-Sarri fino al 2023: qual è l’ultimo ostacolo alla trattativa?

Sarri allenatore Napoli
Maurizio Sarri © Getty Images

 

Le trattative sono cominciate da un po’, ma non ancora concluse. Napoli e Maurizio Sarri resteranno insieme? Il tecnico degli azzurri è disposto a rinnovare, ben oltre quella che sarà la lotta Scudetto. Ma per mettere nero su bianco, sembra che serviranno più soldi. L’allenatore toscano ha per il momento respinto il contratto a scaglioni che De Laurentiis gli ha proposto. Un accordo fino al 2022, con successiva opzione per il 2023. Stipendio a scalare, che arriverà a toccare al quarto anno la cifra di quattro milioni netti a stagione. Poi ci sarebbe un ingaggio di 4,5 milioni e un’opzione per un nuovo contratto, nel caso in cui Sarri decidesse di dire ancora si all’azzurro. Di importante, poi, ci sarebbe l’eliminazione di quella clausola rescissoria che lo stesso allenatore toscano aveva voluto nel 2016.

Napoli-Sarri: ancora distanza tra domanda ed offerta

Come riferisce l’edizione odierna del quotidiano il Roma, però, l’entourage di Sarri avrebbe giudicato l’aumento di ingaggio, di soli 500mila in più rispetto a quanto percepisce adesso, troppo basso. Il contratto passerebbe a prevedere un ingaggio di 2,5 milioni annui a fronte di quanto percepito oggi, circa 1,7 milioni. Sarebbero così ancora lontani i 3,5 milioni che prendeva Benitez e che precedentemente furono proposti anche a Walter Mazzarri prima della sua partenza. Ben lontani restano anche gli ingaggi degli altri top manager in Italia o in Europa. Ingaggi, per intenderci, che a Sarri sarebbero garantiti se scegliesse di lasciare Napoli in estate. Per ora il club sembra aspettare la prima risposta di Sarri, pur consapevole che dal 1 aprile al 31 maggio chiunque potrà esercitare la ‘penale’ di 8 milioni presente nel contratto dell’allenatore e, con il suo appoggio, sancirne l’addio.

Impostazioni privacy