Dove sono cattiveria e veleno? Gattuso cerca il suo Napoli

Il Napoli ritrova la vittoria ma non c’è traccia di cattiveria e veleno richiesti da Gattuso. Troppa superficialità e tanti errori.

Annusare il pericolo, giocare col veleno, imparare a soffrire. Che si vinca o che si perda, il mantra ormai è sempre lo stesso, con espressioni che ormai sono entrate a far parte di quello che può definirsi il frasario di Rino Gattuso.

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Napoli, dove sono cattiveria e veleno?

E in effetti, rispetto allo Spezia, il Napoli ha fatto un unico passo avanti: quello dei 3 punti. Che detta così non è per niente male, anzi: magari vincerle tutte con una spizzata di Bakayoko al 90′. Ma in realtà restano tante questioni irrisolte che questo Napoli si porta dietro da tempo, da ben prima che arrivasse Gattuso, come del resto ha detto anche l’allenatore in conferenza stampa. Troppa superficialità davanti al portiere, una mole di gioco enorme a fronte di poche reti, in proporzione. E dall’altra parte del campo distrazioni difensive che rovinano un lavoro nel complesso anche di valore, ma nel calcio si sa che basta un episodio per mandare all’aria tutto. Veleno, cattiveria, soffrire, appunto.

Bakayoko Udinese Napoli
L’esultanza di Bakayoko (Getty Images)

Coppa Italia, campionato, Supercoppa: sette giorni di fuoco

Tutti problemi che Gattuso sviscera da un anno e che non è ancora riuscito a risolvere, se non a sprazzi. Magari la prodezza di Bakayoko può servire per dare una scossa e provare a raddrizzare la stagione. Empoli, Fiorentina, Juventus. Coppa Italia, campionato, Supercoppa: in sette giorni ci si gioca tantissimo. Per il Napoli e per Gattuso l’occasione giusta per cambiare marcia. Veleno, cattiveria, soffrire: il tempo sta per scadere.

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