Spalletti minaccia tutti, ora c’è da tremare: gli scenari

Dopo il ko del Napoli nell’andata dei quarti di Champions, Spalletti alza la voce e minaccia tutti: adesso non vuole più vedere certe scene e lancia un ultimatum che potrebbe cambiare il futuro della squadra.

Il primo tempo si è concluso a favore del Milan. Il Napoli non è uscito con le ossa rotte da San Siro, ma di certo con una sconfitta che fa male, per come è arrivata e per l’eredità che si porta dietro, soprattutto le future squalifiche di Anguissa e Kim.

La minaccia di Luciano Spalletti dopo il ko con il Milan
Luciano Spalletti minaccia tutti dopo la gara con il Milan (Ansa) Napolicalciolive.com

Ma guai a mollare adesso. Luciano Spalletti sa bene che l’impresa è difficile, ma non impossibile. Il Napoli, questo straordinario Napoli visto nella stagione in corso, può segnare anche due, tre o quattro gol al Milan, con o senza il suo miglior giocatore, Osimhen. Ma per farlo ha bisogno di un fattore fondamentale, che non può mancare stavolta, e che ha portato il tecnico a spaventare tutti con una minaccia clamorosa. Stavolta Luciano ha deciso di alzare la voce, di far sentire forte e chiaro il proprio pensiero, senza girare troppo attorno a un problema che è costato già carissimo alla squadra nelle ultime stagioni, e in particolar modo nella sfida del Maradona contro i rossoneri di pochi giorni fa.

Per ribaltare il risultato e conquistare una storica e clamorosa semifinale Champions League servirà una prestazione eccezionale di tutti, dall’ultimo dei panchinari al primo dei tifosi. Ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità per tentare la remuntada, e chi non lotterà al fianco dei ragazzi, sarà automaticamente un “nemico” per questo Napoli e per Spalletti, pronto anche a prendere decisioni gravissime se le cose non dovessero andare come tutti si augurano.

Spalletti alza la voce: il Maradona è chiamato a rispondere

Nella serata di San Siro, il pubblico milanista è stato un fattore. Al di là dei cori insultanti e degli striscioni a dir poco deprecabili, i tifosi hanno spinto la squadra nei momenti più difficili, mettendo le ali a Brahim nell’azione decisiva e invogliando l’arbitro a tirare fuori determinati cartellini solo in certi momenti e verso certi giocatori. Soprattutto azzurri, ovviamente. Ed è per questo che adesso Spalletti si aspetta una replica concreta, sugli spalti, dai propri tifosi. Perché certe cose non devono più accadere, certe scene vergognose non dovrebbero più vedersi sugli spalti di un impianto che porta il nome di Diego Armando Maradona.

Spalletti vuole il vero tifo a Napoli contro il Milan
Per il ritorno di Champions, Spalletti vuole un tifo vero a Napoli (Ansa) Napolicalciolive.com

In un’annata in cui, dopo 33 anni, il Napoli sta tornando a vincere uno scudetto, in una stagione in cui per la prima volta gli azzurri si stanno giocando l’accesso a una semifinale Champions, il pubblico deve essere un’arma, e non un ostacolo. Parola di Spalletti, pronto anche a fare un passo indietro in prima persona, se le cose già viste il 4 aprile dovessero ripetersi: “Se al ritorno succede la stessa cosa prendo e vado a casa, lascio la panchina. Perché è una cosa inspiegabile“.

Si potrà anche dire che il pubblico non scende in campo, ma Spalletti, in conferenza, ha chiarito in maniera esplicita che giocare in un clima “assurdo” colpisce e coinvolge anche i ragazzi, che sono sì sportivi professionisti, ma anche persone sensibili. Un comportamento come quello di alcuni supporter azzurri al Maradona nella sfida contro il Milan è un clamoroso autogol per chi davvero ama Napoli e il Napoli. “Siamo stati presi in ostaggio“, la chiosa del tecnico azzurro, inviperito per quanto già accaduto.

Ed è questo che dovrebbe muovere le coscienze di un popolo che sa amare oltre ogni confine. Prendere in ostaggio vuol dire danneggiare, non aiutare. Vuol dire creare un dolore non a quel patron così divisivo e controverso, o almeno non solo a lui, ma a una città intera, a chi ha sognato certi traguardi per una vita e anche a chi sta dando l’anima in campo per realizzare quello che sarebbe un vero miracolo. Non c’è giustificazione, non c’è ragione che tenga. Martedì sarà il giorno della verità: scopriremo chi ama Napoli oltre i propri interessi e chi no. Dovesse esserci un nuovo sciopero, o peggio, quegli stessi ultras che accusano De Laurentiis di “fregarsene” del Napoli e di utilizzarlo solo per il proprio tornaconto, sarebbero i primi a dimostrare di non essere molto diversi dal loro “odiato nemico”.

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