Napoli, processo a una delusione. Parola d’ordine: ricostruire

Il Napoli deve ricostruire i pezzi e le certezze che ha smarrito dopo la botta con l’Arsenal, ma guai a fare processi: colpe da dividere tra tutti.

Napoli ricostruire
Napoli-Arsenal, i calciatori azzurri delusi al termine ©Getty Images

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Parola d’ordine: ricostruire. Ricostruire i cocci di un vaso andato in frantumi troppo presto, all’alba del 19 aprile, quando mancano quasi due mesi alla fine della stagione. Ricostruire una rosa che sembra usurata, in qualche elemento, o semplicemente inadeguata al salto di qualità in qualche altro. Ricostruire la stima e la fiducia di una piazza depressa dopo una stagione che dire fallimentare sarebbe ingeneroso, perché comunque porta in dote un secondo posto e una discreta cavalcata europea, ma di sicuro non si può definire neppure esaltante. Il rapporto con la dirigenza è ai minimi storici e anche il parafulmine Ancelotti dopo gli ultimi mesi è finito nell’occhio del ciclone. L’allenatore paga un atteggiamento apparso spesso troppo conciliante, con la squadra e con una società che a gennaio ha smobilitato il centrocampo e ha lasciato la rosa a pochissimi elementi realmente affidabili. Ma soprattutto ad Ancelotti si può imputare un atteggiamento troppo positivo, troppo sicuro di sé fin dalle prime dichiarazioni nella prima conferenza stampa.

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Napoli, le colpe di Ancelotti: per ricostruire bisogna anche cambiare atteggiamento

“Non sono venuto a pettinare le bambole”. Questa frase è rimasta emblematica del tracollo successivo, così come altri proclami di tenere testa alla Juve, di andare lontani in Champions o di vincere l’Europa League. Non si è verificato nulla di tutto ciò e ora – come ha detto bene anche lui – le critiche sono parecchie e tutte motivate. Ma Ancelotti, nell’intervista dopo l’Arsenal, ha detto anche che adesso si aspetta un mercato all’altezza della situazione, esponendosi parecchio: “Abbiamo l’obiettivo di arrivare secondi, entrare di nuovo in Champions e prepararci al futuro. La squadra s’è rinnovata e si rinnoverà”. Ora non ci resta che prolungare l’agonia di un campionato ampiamente finito, aspettando la prossima estate, quella che dovrebbe rivoluzionare una squadra che sembra a fine ciclo. All’insegna di una sola parola d’ordine: ricostruire. Magari, come ha detto Ancelotti, senza buttare giù tutto, che le basi solide per ripartire ci sono già tutte.

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