Meteore – Radosevic al Napoli: un ragazzino troppo spavaldo

Meteore al Napoli – Il debutto in Primavera con doppietta, solo 10 presenze in prima squadra, una rissa con Hamsik: la storia di Radosevic.

Fare perdere la pazienza a Marek Hamsik è impresa ardua, eppure qualcuno c’è riuscito. Peccato che quella sia stata l’unica impresa per cui Josip Radosevic viene ricordato ancora oggi a Napoli. Il giovanissimo centrocampista croato arriva nel gennaio 2013 in prestito con diritto di riscatto dal’Haijduk Spalato a soli 18 anni. Una scommessa, insomma. Purtroppo persa.

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Radosevic al Napoli: doppietta al debutto in Primavera

Radosevic esultanza
Radosevic festeggia con i compagni (Getty Images)

Dopo una stagione da titolare a Spalato, il Napoli porta Radosevic in Italia aggregandolo inizialmente alla formazione Primavera. Il debutto nel giorno di San Valentino è da applausi: doppietta su punizione contro il Lecce in una gara valida per il Torneo di Viareggio. Per l’esordio in Serie A invece Radosevic dovrà aspettare agosto quando nella prima giornata del nuovo campionato subentra al minuto 84 contro il Bologna al posto di Gonzalo Higuain. Il croato però non riuscirà a sfondare giocando solo pochi spezzoni di partita.

Nella stagione successiva Radosevic trova ancora meno spazio tanto che nel febbraio 2015 torna in Croazia nelle file del Rijeka dopo aver collezionato appena 10 presenze in prima squadra per un totale di 211 minuti. Nel gennaio 2016 verrà girato di nuovo in prestito all’Eibar fino al rientro a Napoli, dove finisce fuori rosa. L’avventura sul Golfo si chiude così con la rescissione del contratto un anno prima della naturale scadenza.

“Un ragazzino troppo spavaldo”: la rissa con Hamsik

Radosevic contrasto
Radosevic entra duro (Getty Images)

Radosevic però, come detto sopra, al Napoli viene ricordato soprattutto se non soltanto per un episodio raccontato dall’ex capitano azzurro Marek Hamsik nella sua autobiografia: “Ho rispettato tutti e ho fatto del mio meglio per ottenere il rispetto di tutti. Ed è proprio quando ti accorgi che qualcuno pensa che stare zitti significhi essere deboli che devi sentirti ancora più forte. Mi diverte trovarmi davanti ad avversari, o a volte persino compagni, convinti di poter fare quel che vogliono perché tanto io non reagirò. E invece so sempre quando far valere le mie ragioni e anche quando alzare la voce. A volte anche le mani”.

E’ questo quello che avviene con Radosevic durante un allenamento: “Se ne accorse un ragazzino troppo spavaldo che mi fece un’entrata davvero pericolosa. Credeva di fare il bullo, di mettersi in mostra con l’esuberanza fisica, e si trovò a rientrare nello spogliatoio con la coda tra le gambe. Non mi piace litigare, ma con Radosevic non ebbi alternativa. Era un giovanissimo calciatore appena arrivato a Napoli dalla Croazia, negli anni di Benítez, e forse non aveva capito che fare un passo indietro, ascoltare e assorbire non significa essere senza attributi. Persi la pazienza, con lui arrivammo allo scontro fisico. I compagni restarono di stucco. In otto anni nessuno aveva visto un Hamsík così arrabbiato”. L’unica ‘impresa’ di Radosevic in Italia. Il centrocampista croato, oggi 26enne, dopo una breve esperienza al Salisburgo ed il ritorno all’Haijduk, milita nel Brondby da due anni.

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