Serie A, dubbi sulla ripresa: i medici sportivi chiedono garanzie

I medici sportivi di 17 squadre di serie A avanzano dubbi in merito alla ripresa degli allenamenti già al 4 maggio: troppe perplessità

medici sportivi contrari alla ripresa degli allenamenti della serie a
Spadafora e Gravina (Getty Images)

Dopo l’Assemblea di Lega svolta il 21 aprile e il voto unanime dei venti club convinti a concludere il campionato, ora è nata un’altra polemica. I medici sportivi di 17 club di Serie A hanno stilato un documento nella quale hanno espresso i dubbi in merito alla ripresa degli allenamenti. Non hanno partecipato al documento soltanto Juventus, Genoa e Lazio. Tutte le altre società hanno evidenziato delle lacune nel protocollo firmato dalla FIGC e proposto Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Sono tantissime le domande poste alla Federcalcio e sono tante le preoccupazioni delle società dal momento in cui possa scoppiare un caso positivo all’interno della squadra. Proseguire? Fermare gli allenamenti? Isolamento di gruppo? Il protocollo non tutela a pieno la salute degli atleti e dello staff tecnico. Le richieste dei medici sono chiare: “Le nostre osservazioni hanno come scopo la tutela della salute degli atleti. Siamo propositivi e vogliamo ripartire in sicurezza”.

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Serie A, i medici sportivi perplessi sulla ripresa degli allenamenti

medici sportivi della serie a avanzano dubbi sulla ripresa
Allenamento del Napoli (Getty Images)

Ogni club ha avanzato riflessioni e ha chiesto chiarezza su alcune eventualità. Una su tutte, la possibilità che un giocatore risulti positivo. A quanto pare, il documento stilato dalla FIGC non risponde a questo problema e le società vogliono sapere se dovranno proseguire gli allenamenti o ordinare l’isolamento del gruppo. Il Napoli vorrebbe chiarire l’aspetto medico-legale delle responsabilità, mentre il Parma si preoccupa per i suoi dipendenti dello staff over 65, soggetti più a rischio. La Roma, invece, chiede come gestire un caso positivo prima di un match.

Un altro grosso dilemma è sulla questione della disponibilità dei tamponi. Il Lecce ha dichiarato di non sapere come e dove trovarli. Anche il Bologna ha sottolineato: “La difficoltà sta nel reperire i tamponi, dunque non pensiamo ad una ripresa delle attività prima di 15 giorni“, riporta la Repubblica. Invece, la Spal sostiene che sia impossibile rispettare il distanziamento sociale. Più ferme sulle proprie opinioni Sampdoria e Brescia, le quali vorrebbero lo slittamento della data della ripresa degli allenamenti dopo il 4 maggio. Anche i rossoneri sono di questo avviso.

Insomma, i medici sportivi vogliono spiegazioni e garanzie. Non sarà certo facile tornare ad allenarsi con tante persone, quando fino ad oggi è richiesto tassativamente di non fare assembramenti e di mantenere le distanze di sicurezza. Inoltre, la reperibilità dei test per i calciatori potrebbe essere un vero problema. Ripartire sì, ma forse è ancora troppo presto.

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