Serie A, Gravina: “Preoccupati per la quarantena di squadra”

Gabriele Gravina ha dichiarato che collaborerà col Governo per modificare il protocollo, per evitare la quarantena di squadra e per proseguire gli allenamenti

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Gravina, Presidente FIGC (Getty Images)

Nella mattinata la Lega, la Figc e la Federazione dei medici sportivi hanno deciso di proporre delle modifiche al protocollo stilato dal Comitato tecnico-scientifico. Dunque, è stato rimandato al mittente con delle integrazioni. Il documento originale è troppo rigido per consentire le squadre di allenarsi in gruppo senza problemi. Per questo motivo diverse società hanno rifiutato le condizioni dettate dal Cts e dal Governo. Gabriele Gravina, presidente della Figc, è stato intervistato dalla Rai e ha dichiarato: “C’è una difficoltà oggettiva: è impossibile reperire strutture che possano ricevere atleti e staff per il ritiro. Dobbiamo consentire, condividendo il percorso con i Ministri Spadafora e Speranza, una piccola variazione al protocollo che possa consentire il proseguimento degli allenamenti e che si passi da quelli individuali a quelli di gruppo”.

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Serie A, protocollo bocciato e Gravina vuole evitare la quarantena di squadra

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Gabriele Gravina (Getty Images)

Tra le società che rifiutano di sottoporre la propria squadra al ritiro c’è anche il Napoli, il quale vorrebbe arrivare ad una soluzione pratica, pur di riprendere gli allenamenti collettivi: isolamento domiciliare. Inoltre, gli alberghi sono chiusi da mesi e c’è bisogno di una manutenzione e sanificazione che porterà via tempo. Impossibile pensare che già da lunedì le squadre possano cominciare il ritiro di gruppo. Inoltre, Gravina ha mostrato le perplessità sul protocollo: “Ci preoccupa il tema del positivo che manda tutta la squadra in quarantena. Affronteremo questo discorso con determinazione e attenzione. Vogliamo evitare un rapporto stressato che porti tensione e lo stop al campionato“. C’è anche un altro problema che in questi giorni ha suscitato polemiche: “C’è responsabilità penale dei medici solo in caso di dolo o colpa grave”.

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