Covid in Serie A, aumentano i positivi: il piano per terminare il campionato

La Lega Serie A sta pensando ad un piano alternativo per concludere la stagione poiché i casi Covid tra le squadre aumentano di giorno in giorno.

Coronavirus mascherine
Mascherine allo stadio (Getty Images)

Ashley Young dell’Inter, Koray Gunter e Antonin Barak del Verona. Sono gli ultimi positivi al coronavirus della Serie A, calciatori che vanno ad ingrossare il gruppo già ben nutrito di calciatori col Covid. Un trend inaugurato dall’azzurro Andrea Petagna questa estate e proseguito con altri casi illustri, alcuni anche molto particolari come quello di Jeremie Boga, uomo mercato che non ha lasciato il Sassuolo anche perché positivo al tampone per un mese e mezzo. Poi è stato il turno di Zlatan Ibrahimovic e di Leo Duarte del Milan e poi l’ecatombe in casa Genoa, un’anomalia che è stata anche uno spartiacque per il calcio italiano e per il suo ormai mitologico protocollo. “Va adeguato, non è più al passo con la situazione attuale”: questo è stato l’allarme del consulente dell’OMS Walter Ricciardi qualche giorno fa. Una posizione sposata e seguita a ruota da parecchi addetti ai lavori, convinti che così non si può andare avanti e che il calcio si sta avviando in una strada in discesa verso il baratro.

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Serie A, il piano B della Lega per dribblare il Covid

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Pallone di Serie A ( GettyImages)

Si ragiona sul da farsi, soprattutto se la situazione si dovesse aggravare mettendo a rischio anche altre partite dopo Genoa-Torino e Juventus-Napoli. Il derby di Milano per ora si gioca ma al momento i positivi fra le due squadre sono già 8 e chissà quanti ne verranno fuori ancora. Il piano B non piace alla Lega Calcio e prevede che si giochi soltanto il girone d’andata con una formula da decidere dopo la regular season. Final 8 in stile Champions o una fase a orologio in stile basket: queste le ipotesi – al momento ancora remote – sul tavolo qualora la situazione diventasse insostenibile. Una strada che forse andava intrapresa prima dell’inizio del campionato: con un calendario così incastrato è difficile gestire rinvii e altri problemi e decongestionarlo alla lunga potrebbe essere l’unica pista percorribile per salvare il futuro prossimo del calcio, ma anche il futuro remoto.

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