Finalmente Osimhen: le parole del neurochirurgo fanno sorridere il Napoli

Victor Osimhen vede il rientro in campo col Napoli: è tornato ad allenarsi in gruppo dopo il trauma cranico che lo ha colpito a Bergamo.

Osimhen - Napoli Atalanta
Napoli in festa (Getty Images)

La notizia del giorno è sinonimo di gioia per i tifosi del Napoli, contenti per il recupero di Victor Osimhen: il trauma cranico rimediato a Bergamo contro l’Atalanta aveva richiesto – come da protocollo per casi del genere – una certa cautela, culminata con il ritorno agli allenamenti insieme ai compagni di squadra avvenuto nella giornata di oggi. Il nigeriano ha svolto l’intera seduta col gruppo, a differenza di Lozano e Petagna che si sono dedicati a terapie e lavoro personalizzato in campo e in palestra.

Osimhen, dunque, si candida per tornare tra i convocati di Gattuso in vista dell’impegno casalingo contro il Bologna in programma domenica sera al ‘Diego Armando Maradona’: ma, qualora facesse parte della spedizione azzurra, sarebbe arruolabile per giocare quantomeno uno spezzone dopo un problema così delicato? A dissipare i dubbi ci ha pensato Alfredo Bucciero, primario del reparto di neurochirurgia di PinetaGrande che ha visitato il giocatore subito dopo le dimissioni dall’ospedale bergamasco in cui si trovava ricoverato. Ecco il suo intervento alla trasmissione ‘Punto Nuovo Sport Show’ in onda su ‘Radio Punto Nuovo’: Osimhen sta bene ed è arruolabile. Se può giocare? Devono deciderlo Gattuso e Canonico. Dal punto di vista clinico, per quello che mi riguarda, non esistono problemi di alcun tipo. La risonanza magnetica di ieri ha confermato ciò che non era presente al primo esame effettuato la settimana scorsa. C’era solo una piccola anomalia nell’encefalogramma, come accade spesso per questi traumi, ma è tutto rientrato”.

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Il Napoli ritrova Osimhen: “E’ sempre stato bene”

Le parole di Bucciero sono più che rassicuranti: “Ho augurato a Osimhen di segnare un goal di testa e di dedicarmelo. Il ragazzo è sempre stato bene, abbiamo dovuto fermarlo per una questione di protocollo ma non c’era niente da curare. Bisognava soltanto attendere la normalizzazione dei vari parametri. Non abbiamo avuto a che fare con un malato, davvero: è spiritoso e pieno di vita. Ora è carico e spero che possa darci delle belle soddisfazioni”.